VIOLETTA BEAUREGARDE L’eterna lotta tra il Male e il Malissimo
Violetta Beauregarde… non si può dire tu abbia peli sulla lingua, o falsi pudori. Eppure viene spontaneo il dubbio che, in tutta tale esternazione violenta, non vi sia un po’ di ostentazione. Dubbi a parte, i pregi del libro stanno soprattutto in una innovativa messa su cartaceo di quello che – in altri tempi chiamato “diario” – potrebbe essere un blog di Internet: nuova frontiera della narrativa e, soprattutto, di certa editoria.
L’unico problema di ciò è che, fatto il primo, poi il secondo, poi il terzo libro, in questo modo, come si giustificano il quarto, poi il quinto, ecc? come rinnovare e riciclare, su cartaceo, la cultura, il messaggio dei blog e dei bloggers? Violetta – per venire anche ai contenuti – dà libero sfogo a tutte le sue – giovanili e postpuberali – impellenze emotive e di protesta; grida a squarciagola il suo disagio, la sua disperazione, che è quella di tanti giovani che, diversamente da lei – credo – certe cose non le vanno a raccontare su di un libro (le fanno, e poi magari se ne vergognano). Resta anche il dubbio, quindi, che non vi sia anche dell’esibizionismo e della sfrontatezza incosciente. Certo, sembra, questo libricino, la presa di coscienza e di distanza dall’agire, un tentativo di riflettere sull’assurdità che a volte permea la vita umana. Ma certe cose è meglio limitarsi a scriverle, piuttosto che farne un rapporto scritto dopo averle applicate nella realtà. Tuttavia, scriverle, a posteriori, può rendere la scrittura una sorta di scaramantica presa di distanza dalle proprie – distruttive, e pressoché antisociali – pulsioni inconsce.
©, 2007
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