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Madri e figlie tra biografia e letteratura Anna Scacchi
Madri e figlie tra biografia e letteratura: così recita il sottotitolo del Volume qui presentato. Una testimonianza sul contrastato rapporto di madri e figlie, attraverso la lente d’ingrandimento della speculazione femminista nella Storia del ‘900. Il Volume riporta saggi e racconti che ripercorrono il rapporto con la propria madre di varie personalità, come Kate Chopin, Charlotte Perkins e altre ancora, col linguaggio della memoria, volto a scoprire l’origine delle ferite che hanno inciso nella vita delle protagoniste. La madre viene ricreata e riscoperta tramite l’arte del racconto, grazie alla quale, in alcuni casi, la ferita si rimargina, il dolore si sana, e la coppia madre-figlia si riappropria di un rapporto che era stato a essa negato dal predominio del padre, secondo quell’ottica fallocentrica che vede nella figura maschile colui che “interdice il corpo a corpo con la madre” (Luce Irigaray).
Si ripercorre, in questo Volume, anche il dettato femminista, sin dalla sua origine, che sta alla base del “non saper amare la propria madre” (Luisa Muraro), del difficile rapporto del femminismo col materno, e lo sforzo della Comunità filosofica Diotima, di cui la Muraro è una delle fondatrici, per creare un cambiamento epistemologico nel femminismo, che faciliti il passaggio dalla fase della critica “alla produzione di un immaginario femminile alternativo, che ponga la figura della madre al proprio centro” (dall’Introduzione di Anna Scacchi).
Dalla critica al patriarcato (Muraro), il mondo femminista ha ricavato autocoscienza, ma non una durevole affermazione dei propri diritti, “di significare liberamente la grandezza del femminile, da me incontrata e pienamente riconosciuta nei primi mesi e anni di vita, nella persona di mia madre, e poi tristemente perduta di vista e quasi rinnegata”.
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