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In occasione dell’apertura al pubblico del Forte di Bard (Valle d’Aosta), viene qui presentata una rassegna di Opere che hanno raffigurato il mondo alpino – in ambito pittorico – tra il XIX e il XXI secolo. Si tratta di una mostra, confluita nel presente catalogo illustrato, che si articola in tre sezioni:
Sezione 1 e 2: in queste due sezioni i curatori hanno dedicato l’attenzione ai miti e agli avvenimenti storici che vedono la montagna come protagonista, giungendo a una visione matura dell’ambiente montano anche grazie all’utilizzo dei valichi alpini, anello di congiunzione tra mondo mediterraneo e Nord Europa. Qui il territorio alpino è considerato sotto la duplice funzione di pascolo e di paesaggio, fonte – quindi – di sostentamento per gli alpigiani, e di godimento estetico per gli escursionisti e i viaggiatori.
Sezione 3: questa sezione è dedicata all’alta montagna, considerato luogo di conquista delle vette e di familiarizzazione con i ghiacciai, da parte dei primi esploratori e alpinisti. Questa sezione mostra come la percezione dell’ambiente alpino si sia evoluta e sia giunta a una più compiuta maturazione, anche grazie alle scoperte dei primi salitori delle grandi vette alpine.
Le Alpi sono un grande tesoro nascosto, che nel corso di due secoli ha ispirato molti pittori, per poi essere artisticamente disertate dalla pittura, col passaggio storico alla fotografia. Eppure, in quei due secoli, brevi quanto l’estate alpina, ma altrettanto intensi, si sono fissati i modelli estetici che ancora oggi l’arte celebra – con la fotografia – nel cimentarsi col paesaggio alpino. Divenuto solo in seguito appannaggio della pittura di genere, l’ambiente delle Alpi ha precedentemente ispirato grandi artisti, del livello di un Giovanni Segantini, celebre e insuperato “cantore” dell’alta montagna. E’ del 1897 l’esposizione dell’Opera di Segantini, alla Biennale di Venezia, “Pascoli alpini in primavera”, dipinto pieno di gloria e di luce, che verrà premiato con la medaglia d’oro del Club Alpino, malgrado il commento che gli verrà riservato sia tutt’altro che favorevole. E’ la Svizzera, in quell’epoca, a detenere il mercato dell’arte alpina, con committenti tanto esigenti quanto munifici. In Svizzera, a quei tempi, la distribuzione funzionava perfettamente, e i pittori di soggetto alpino avevano di che lavorare e sostentarsi, seguendo gli umori del mercato.
La carrellata di Opere presentate in questo catalogo merita veramente il titolo di “Alpi di sogno”, per il magico e a volte onirico lirismo con cui i colori delle Alpi sono rappresentati, idilli alpini che lasciano a volte il campo a visioni sublimi e possenti di alta montagna, come nell’Opera intitolata “Chute de la Mer de Glace depuis le Chapeau” (1890), di Gabriel Toussaint Loppé, o nell’Opera del 1862 intitolata “La Mer de Glace”, di Claude Sébastien Hugard de la Tour.
ALPI DI SOGNO
La rappresentazione delle Alpi occidentali dal XIX al XXI secolo
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