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Giuseppe Bonaviri, nato a Mineo l'11 luglio 1924, è il primo dei cinque figli di don Nanè, sarto, e di donna Giuseppina Casaccio, casalinga.Frequenta le scuole a Mineo e la sua passione poetica, come afferma lo stesso Bonaviri, viene alimentata dall'atmosfera magica che aleggiava intorno ad una pietra, detta della poesia, che si trovava presso Camuti (altopiano famoso per il suo villaggio preistorico). Intorno alla pietra, fino alla fine del 1850, prima dell'Unità d'Italia, si riunivano numerosi poeti provenienti da ogni parte della Sicilia, per gareggiare scrivendo e recitando versi.Dopo aver conseguito nel 1949 la laurea in medicina presso l'Università di Catania, svolge il servizio di leva come sottotenente medico a Casale Monferrato. Qui scrive il suo primo romanzo, Il sarto della stradalunga, che è anche quello a cui Bonaviri è più legato. Il romanzo ottiene grande approvazione da parte di Elio Vittorini e viene pubblicato nel 1954 da Einaudi nella nuova collana "I gettoni".Trasferitosi a Frosinone, lavora come medico cardiologo, cercando di conciliare la sua attività professionale con la scrittura. Diviene assiduo frequentatore della locale galleria d'arte "La Saletta", ove trattiene proficui rapporti culturali con artisti, letterati e giornalisti che la frequentano. Partecipa puntualmente alle mostre d'arte che vi si organizzavano ciclicamente, animandone il vivace dibattito culturale.Scrive numerosi romanzi nei quali rappresenta il piccolo mondo di Mineo, sempre attento a cogliere la dimensione magica e arcaica della natura: Il fiume di pietra nel 1964, Notti sull'altura nel 1971, L'enorme tempo nel 1976, Novelle saracene nel 1980, L'incominciamento nel 1983, È un rosseggiar di peschi e d'albicocchi nel 1986, Ghigò nel 1990, Il vicolo blu nel 2003. (Wikipedia)
Giuseppe Bonaviri è nato a Mineo (Catania) nel luglio 1924, primo di cinque figli. Si è laureato in Medicina a Catania nel 1949 (“L’enorme tempo” è un diario medico giovanile del Nostro Autore, edito da Mondatori). Dal 1958 vive a Frosinone, dove ha esercitato fino a pochi anni fa la professione di cardiologo.
Gli storici della letteratura hanno spesso accostato Bonaviri a Calvino, ma alla fine l’unicità di questo scrittore è stata riconosciuta. La sua sicilianità, e la sua insularità, hanno determinato tutta la sua produzione letteraria, di non facile collocazione nel panorama contemporaneo. Fin dall’esordio avvenuto nel 1954 con “Il sarto della stradalunga”, Bonaviri ha usato l’autobiografismo e la fantasia cosmica come matrice del proprio scrivere e ricordare. Il passato, l’infanzia siciliana sono i grandi serbatoi cui attinge la sua straordinaria poetica, a metà tra il reale e il fantastico. Il ricordo lirico della Sicilia si mescola a tratteggiamenti scientifici, in un tutt’uno tra fantasia e realtà dal sapore magico, anche se solidamente ancorato alla memoria. Bonaviri ha pubblicato circa 35 volumi, tradotti in vari paesi.
Altre sue Opere – solo per citarne alcune – sono: “Novelle saracene”, “Il fiume di pietra”, “L’infinito lunare”, “Notti sull’altura”, “Il dormiveglia”, “Ghigò”.
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