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Discendente di una famiglia di tradizioni marinare – suo nonno Andrea era nato a Patrasso, sull'onda di un progressivo spostamento verso Occidente dei Cassieri, originari della regione di Kayseri, l'antica Cesarea, nel cuore dell'Anatolia – frequenta le elementari a Rodi, poi studia al Collegio di Fermo e quindi al Convitto nazionale di Lucera. All'indomani dell'armistizio, nel settembre del 1943, parte per Napoli, dove si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia appassionandosi ai corsi di Adolfo Omodeo.
Ma a Napoli preferisce Firenze. Allievo di Eugenio Garin, nel 1947, a 21 anni, si laurea in Filosofia morale con una tesi su Giambattista Vico. Un'altra fonte lo vuole invece laureato in Storia e Filosofia con una tesi "da pomeriggio d'estate" su Jacopo Stellini.
A Firenze incontra Giovanni Papini: la complessa personalità dell'intellettuale sulla via della cecità affascina il giovane Cassieri, che ne diviene il lettore pur rimanendo convintamente anti-papiniano. Papini è il primo a intuire il valore letterario di Cassieri, che a Firenze pubblica i primi racconti su Il nuovo Corriere, poi diretto da Romano Bilenchi.
Nel 1950 si trasferisce a Roma, città che apprezza senza amare, ma punto d'arrivo ineludibile per i giovani intellettuali dell'epoca. Esordisce nel 1952 con il romanzo di protesta Aria cupa, per il quale fu sottoposto a processo. Collabora con diversi giornali. Sposa Mariella Tedeschi, incontrata nella redazione de Il giornale della sera diretto da Virgilio Lilli. Oltre che moglie, Mariella sarà la sua collaboratrice già nella prima edizione dell'antologia La Ronda 1919-1923 (Landi, Firenze 1955), con prefazione di Emilio Cecchi.
Viaggia spesso all'estero: dalla Grecia ai Paesi Bassi, dalla Cecoslovacchia alla Germania, dalla Spagna del morente franchismo alla Jugoslavia titina, alla Scandinavia, a Israele, alla Turchia, alla Polonia, all'America latina. A metà degli anni sessanta compie un lungo viaggio negli Stati Uniti, punteggiato da incontri e conferenze, da cui ricava suggestioni contrastanti.
Dai primi anni 60 trascorre periodi sempre più lunghi nel Golfo di Gaeta, dove ambienta uno dei romanzi di maggiore successo, Le trombe (Bompiani, 1965).
Muore a Roma all'età di 82 anni. (Wikipedia)
recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele
Giuseppe Cassieri vive a Gaeta, sua seconda patria, essendo egli nato a Rodi Garganico. Cassieri è indiscusso protagonista della narrativa italiana contemporanea. I suoi racconti, e romanzi, pieni di neologismi e gusto aristocratico per la buona scrittura, sono intrisi di personaggi a volte paranoici, comunque bizzarri, che ci conducono, col loro fine gusto per la satira, verso i vicoli più bui dell’esistenza. Incerti, pregni di autocoscienza e sottile paura di vivere, i personaggi di Cassieri sembrano uscire da un mondo parallelo, fatto di assurdità, nullità, appiattimento.
Così Cassieri ci narra, in “Homo Felix”, di un incidente accaduto su un viadotto della Flacca, in località Scissure, un giorno in cui si stava verificando un’eclissi.
L’incidente fa finire una donna all’ospedale, dove resta in coma per otto mesi. Il suo compagno, Autore di fiction televisive, la veglia notte e giorno, intessendo con lei un muto colloquio.
Romanzo che parla di smarrimento, di solitudine e sofferenza, “Homo Felix” ci porta nel cuore dell’uomo contemporaneo, disorientato di fronte alle nuove tecnologie e alla velocità della comunicazione dei nuovi media.
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