WRIGHT MORRIS dopoguerra statunitense
Passato in secondo piano per la non eccezionale originalità dei suoi temi, Wright Morris resta certamente uno scrittore di spicco del dopoguerra statunitense, cui si sono ispirati, considerandolo un caposcuola, molti scrittori a cavallo con la beat generation. Con una scrittura contratta, asciutta, dedita alle ripetizioni dei motti di spirito, quasi meccanicamente, Morris ci rivela una visione della vita leggermente machistica e disincantata. E’ uno scrittore che sta cercando di liberarsi come può del machismo hemingwayano, ma non ci riesce del tutto. L’alito gli puzza di tequila, ama la california con le sue foschie e le belle ragazze, e non pensa che a rimorchiare. Esempio fra i primi di aristofreak che ebbero poi molto successo negli anni subito a venire, dopo che nel ’56 Morris conseguiva il National Book Award. Viene studiato nei Campus ed è preso a modello da scrittori come Edmund White. Penna che ha intinto più volte la punta nella misoginia e nel maschilismo, Morris sembra volersi scusare di questo apparendoci un po’ tonto, un po’ suonato, se non che non gliene facciamo una colpa. Merita leggere di questo Autore del dopoguerra statunitense “Amore fra i cannibali”, e capire perché “anche un cannibale può perdere l’appetito”.
©, 2006
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