Arrampicate e freeclimbing sicuro in Valsassina
Un altro libro datato, anzi, iper datato. Ma come non parlare di un esile quanto prezioso Volume dedicato a quei luoghi di bassa valle, ai piedi delle possenti Grigne, dove arrampicare anche d’inverno scaldati da un tiepido sole, su un magnifico e compatto calcare pieno di bellissime fessure e placche in aderenza, oggi – mi vien riportato – completamente spittato e sicuro, ma allora (vent’anni fa) ancora appannaggio di arrampicatori che salivano con nutrite scorte di nuts ed eccentrici per proteggersi, per evitare di rompersi l’osso del collo, ma pur sempre divertendosi in quelle tiepide giornate invernali che fanno, della Chiusa della Valsassina, un microcosmo particolarmente poetico?
Il libro è stato scritto in pieno momento storico: si passava dalle concezioni tradizionali dell’alpinismo a quelle del free climbing, un po’ in tutta Europa e in America. Andrea Savonitto appartiene a quella schiera di freeclimber che, insieme a Franco Perlotto e Ivan Guerini, chi per un verso, chi per un altro, certamente tutti con in testa idee diverse, hanno segnato decisamente quel dato momento storico, scrivendo libri rimasti nella Storia, libri completamente diversi e non omologabili gli uni agli altri, e per questo così belli.
La Chiusa della Valsassina è più propriamente detta Zucco dell’Angelone, ed è sede di una infinita rete di vie e monotiri che, ai tempi in cui vennero aperte, erano veramente qualcosa di estremo. Ora, tutto si è ridimensionato, grazie, o per colpa, degli spit, ma resta il fatto che le vie dello Zucco dell’Angelone hanno il sapore di salite mai banali, sempre molto esposte, capaci di dare un senso del brivido anche di ‘sti tempi. La cornice ambientale è idilliaca. Nelle belle giornate si può godere di una veduta aerea sulla Valsassina e sul Grignone, e respirare quel gradevole profumo di sottobosco che solo a fondo valle ci è concesso di respirare. Credo che, con la pioggia, il luogo sia adatto anche per andare a funghi, il che significa potersi fare una mangiata e non buttare via del tutto la domenica, se non si è arrampicato.
Nell’autunno 1978, sul complesso roccioso sopra Barzio viene tracciata la via storica Condorpass.
Autunno 1978, Don Agostino Butturini e alcuni giovani dei “Condor” aprono sullo Zucco Angelone la via Condorpass, una via storica, la prima via tracciata sul complesso roccioso che si eleva sopra Barzio, in Valsassina, scenario roccioso che, negli anni, sarebbe divenuto polo d’attrazione per generazioni di arrampicatori, per via della sua esposizione favorevole e dell’ottima roccia.
Andrea Savonitto
Arrampicate e freeclimbing sicuro in Valsassina
“LA CHIUSA DELLA VALSASSINA”
Agielle, 1981
©, 2006
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