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Atlante, architettura, paesaggio: tre concetti, riuniti in un titolo che ci consente di capire i legami sempre più stretti che intercorrono tra il progettare aree urbane, suburbane o rurali, e cercare di ottenere il minore impatto ambientale possibile. “Paesaggista” è colui che studia le valenze naturali e culturali di un sito geografico, urbano o rurale, al fine di offrire ai progettisti uno spaccato concettuale sul quale questi ultimi possano lavorare in modo non invasivo, attuando interventi di riqualificazione, ristrutturazione, o di messa a punto di infrastrutture che, senza lo studio accorto del paesaggista, rischierebbero di sottrarre – anziché aggiungere – benessere alla popolazione, o alla ristretta comunità che ne dovrebbe usufruire. “Benessere”, e “natura” sono altri concetti presenti in questo prezioso manuale, dove per benessere si intende proprio la sensazione derivante da una compresenza di elementi naturali e urbani, la cui unione è capace di generare nel visitatore uno stato di pace e quiete, in sintonia con elementi quali il colore, il silenzio, il rumore del vento, l’acqua, la luce. Gli 82 progetti presentati in questo Volume – dislocati su quasi tutto il globo – coprono l’arco temporale degli ultimi dieci anni, e viene da pensare, a chi scrive, risentano positivamente di una concezione della vita che oggi chiamiamo New Age. La riscoperta del valore primario della natura, l’attenzione alla biodiversità, allo sviluppo sostenibile e all’uso di materiali poveri, fanno pensare a una crescente richiesta di spiritualità anche in fatto di urbanistica e architettura, atteggiamento che ha generato un approccio via via sempre più colto e responsabile rispetto agli interventi ambientali. Un approccio che viene salutato dal nuovo millennio con la speranza che nelle Nostre città si vengano a creare un numero crescente di interventi coi quali poter recuperare un rapporto diretto con i ritmi umani, naturali, non necessariamente sempre soverchiati da quelli delle macchine e dell’industria. A chi scrive, viene da pensare che ecosostenibile sia anche un atteggiamento che permetta all’uomo di vivere secondo ritmi naturali, ecologico è anche l’atteggiamento di coloro che progettano spazi di vita e di ricreazione solo per l’uomo, per i suoi bisogni fisici e spirituali, perché l’essere umano non è una macchina, non è una risorsa cui attingere all’infinito, senza che esso si scarichi, alla fine si depauperi: preservare l’uomo dalla sua autodistruzione è forse il primario fra tutti gli atteggiamenti ecosostenibili.
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