RELAZIONI TRA ARTE E ARCHITETTURA – ASPETTI DEL CONTEMPORANEO
(UNA QUESTIONE APERTA)
Troviamo riferimenti nella Enciclopedia Universale Curcio – Vol. 1, alla voce “Architettura”, dove si spiega che l’architettura è l’arte che tende a unire l’elemento pratico e tecnico con quello estetico nella costruzione di edifici, opere pubbliche, ecc… negli edifici civili, nelle opere monumentali, l’architettura è affine all’ingegneria, mentre scultura e pittura possono considerarsi subordinate all’architettura stessa. Di seguito, si aggiunge che le esigenze di vita, di clima e di religione, possono indirizzare l’architettura delle opere a un adattamento a seconda delle esigenze ambientali; anche i materiali esistenti nelle zone ove gli edifici dovranno sorgere ne influenzano notevolmente l’estetica e la struttura. Il ferro e il cemento armato, nel mondo contemporaneo, hanno modificato considerevolmente la corrispondenza tra struttura e aspetto architettonico; come pure l’hanno modificata le esigenze urbanistiche e la funzionalità nel contemporaneo degli ambienti. Infatti, le attuali esigenze di vita impongono modificazioni sostanziali alle strutture e all’estetica, sia all’interno che all’esterno degli edifici.
Tutto ciò che, in architettura, pittura, scultura, viene realizzato, progettato, non è immune dai fatti e dalle tradizioni del tempo in cui si realizza; vi è una continuità che, come in una catena, unisce un evento all’altro. La pittura, la scultura, l’architettura, la musica, sono forme d’arte che s’influenzano a vicenda. Il loro sviluppo parte da un sentimento, da uno stato d’animo. La filosofia, la psicologia e la sociologia studiano questi stati d’animo. La storia è l’elemento “neutrale” che imprime i fatti come un sigillo, posto su una busta, al quale interno ci sono le arti e il loro studio.
Non si può scindere il fare architettura dal pensiero che essa, anche se è inserita nell’arte, è un luogo, uno spazio realizzato a fini pratici, simbolizzato dalla casa, dalla fabbrica, e – al tempo stesso – rappresentativo dell’uomo.
La questione della storicità dà luogo a tre ipotesi, come sostiene Argan, secondo il quale l’arte si sviluppa secondo una propria storia, la storia dell’arte, a proposito della quale, soltanto, è possibile valutare i singoli fatti e la loro successione; l’arte si sviluppa secondo la storia della società, di cui costituisce un aspetto o soltanto un riflesso; l’arte, come puro atto creativo, non è riducibile alla storia. Secondo la prima ipotesi, l’arte è una struttura autonoma, benché correlata alle altre attività culturali, e alla loro storia: è la tesi dello storicismo idealistico. La seconda, l’arte è una sovrastruttura, che segue nel suo processo gli eventi che si producono a livello di struttura, e cioè i fatti economici: è la tesi marxiana. Secondo la terza è indipendente da ogni struttura economica e sociale, è un modo di esperire la realtà: è la tesi del pragmatismo americano.
Fra il XIX e XX sec. avviene un cambiamento radicale nel concepire l’architettura, per il quale lo storico dell’arte Leonardo Benevolo ci fa capire che, quel che cambia, non è il genere di architettura, ma la definizione dell’architettura, quindi anche i rapporti e i confini con le altre arti. Più chiaramente William Morris, in una conferenza alla London Institution del 10 marzo 1881, amplia il concetto di architettura sostenendo che: “il mio concetto di architettura è nell’unione e nella collaborazione delle arti, in modo che ogni cosa sia subordinata alle altre e con esse in armonia” (…). “E’ una concezione ampia, perché abbraccia l’intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci all’architettura, finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l’insieme delle modifiche e alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto (…)”.
Comunque dobbiamo fare una distinzione fra gli oggetti d’arte e gli altri oggetti intesi come utilitaristici: l’architettura è una delle arti belle, l’edilizia è una delle arti utili. L’architettura è sempre in evoluzione.
Per i suoi caratteri metodologici di oggettività, trasmissibilità, controllo sperimentale, collaborazione collettiva nello spazio e nel tempo, essa è analoga alla ricerca scientifica.
©, 2011
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