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Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) è stato uno scrittore, saggista, giornalista, politico, poeta, drammaturgo, critico d'arte e maestro di scuola elementare italiano.Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, Sciascia è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo. All'ansia di conoscere le contraddizioni della sua terra e dell'umanità, unì un senso di giustizia pessimistico e sempre deluso, ma che non rinuncia mai all'uso della ragione umana di matrice illuminista, per attuare questo suo progetto. All'influenza del relativismo conoscitivo di Luigi Pirandello si possono ricondurre invece l'umorismo e la difficoltà di pervenire a una conclusione che i suoi protagonisti incontrano: la realtà non sempre è osservabile in maniera obiettiva, e spesso è un insieme inestricabile di verità e menzogna.Dal 1979 al 1983 fu deputato del Partito Radicale. (Wikipedia)

Leonardo Sciascia il caso MORO

Leonardo Sciascia il caso MORO
Un’opera di verità
Recensione al libro “L’affaire Moro” [1] di Leonardo Sciascia
Pubblicato nell’autunno del 1978, mentre ribollivano le polemiche sul caso Moro e altrettante suscitandone, a distanza di anni questo libro potrebbe anche essere letto come opera letteraria. Ma l’autore, come membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul caso, ha continuato a viverlo come opera di verità e perciò viene ripubblicato (non più col rischio delle polemiche, ma del silenzio) con l’aggiunta della relazione di minoranza presentata in Commissione e in Parlamento.
La Commissione parlamentare d’Inchiesta sulla strage di via Fani, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e la strategia e gli obiettivi perseguiti dai terroristi, si è mossa in questa prima parte dei lavori, soprattutto devoluti al caso Moro, con inevitabili ritardi, lentezze e dispersioni. A ciò va aggiunta la latente e a volte esplicita conflittualità tra i membri della Commissione, che riproduceva quella manifestatasi tra i partiti del cosiddetto arco costituzionale.
La domanda prima ed essenziale cui la Commissione ha avuto il dovere di rispondere è stata questa: perché Moro non è stato salvato nei cinquantacinque giorni della sua prigionia, da quelle forze che lo Stato prepone alla salvaguardia, alla sicurezza, all’incolumità dei singoli cittadini, della collettività, delle istituzioni?
Intorno a tale domanda si sono accagliate insondabili mitomanie, scarti della memoria, incontrollabili giri di tempo.
Nel testo, l’autore analizza le lettere dello statista dalla “prigione del popolo”, le “risposte” dei politici di allora, giustificate da laconiche supposizioni, le intenzioni delle Brigate Rosse, giungendo alla tragica ed epigrafica conclusione, sintetizzata dalla frase più mostruosa di tutte:” qualcuno è morto al momento giusto”.
[1] L. Sciascia, L’affaire Moro, Sellerio Editore, Palermo 1978
©, 2003
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