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Pubblicità Progresso? crisi della famiglia e gender

Pubblicità Progresso? crisi della famiglia e gender
La sera scorsa stavo conversando tranquillamente con un amico, narrandogli di una situazione, non proprio confortante, che sto vivendo nei confronti di un uomo conosciuto qualche mese fa.
La sua risposta, che mi ha folgorata come fossi sulla via di Damasco, è stata “…vedi, Barbara, tra chi ha più di quarant’anni non c’è nessuno che non abbia una storia che ha lasciato qualche grossa ferita. La differenza, tra i sessi, è che le donne ne traggono nuovo stimolo per trovarne una nuova che stavolta veramente funzioni, mentre gli uomini desistono e decidono di volersi solo più divertire senza lasciarsi coinvolgere di nuovo”.
Ora, è pur vero che, come qualsiasi massima, non coinvolge l’umanità intera, e  quindi là fuori ci sono sicuramente alcune donne che si divertono a lanciarla con la fionda, così come alcuni uomini che girano con un anello di fidanzamento in tasca, sperando di trovare un dito al quale infilarlo… ma devo ammettere che, parlando di maggioranza della popolazione, mi sembra che l’analisi del mio conoscente ritragga molto fedelmente lo stato attuale delle cose.

Ho provato a soffermarmi a riflettere un pochino sull’argomento, e vorrei invitarvi a provare a guardare gli spot pubblicitari televisivi con un occhio diverso, diciamo da etologo, sulla questione gender: sono da sempre convinta che se degli ipotetici alieni volessero capire qualcosa della razza umana, dieci spot pubblicitari sarebbero più significativi  di dieci ore di televisione generica.
Le coppie eterosessuali e le famiglie sono pressoché scomparse dagli spot. Un importante punto sulla questione gender.
Ci  avete fatto caso?
Che si tratti di profumi, abbigliamento o detersivi, ci troviamo quasi sempre alle prese con un personaggio evidentemente single, come il lui che si lava le camicie da solo, o decide di evadere dal lavoro buttandosi in mezzo al fango con il suo jeppone nuovo, o una lei che vive con il cane capellone e si spolvera casa, piuttosto che rifiutare di rispondere alla segreteria telefonica sulla quale un lui perdutamente innamorato lascia messaggi sempre più affranti.
Addirittura ci propongono dei singles (o quasi) che rimarranno tali per sempre, data la evidente acidità accumulata: chi non prenderebbe a schiaffi quella stronza che alle due di notte viene a svegliarci e farci invidia per avere acquistato quel comò che volevamo tanto anche noi?
Chi non sgranerebbe la dentatura alla fidanzata (piantandola sul posto, aggiungerei) che oltre ad iscriverlo al corso di tango che ha sempre cercato di evitare, lo prende pure per il culo dandogli del merluzzo gratinato? Emerge chiaramente un dato conflittuale nel gender.
E cosa pensare di un figaccione da paura che si ritira in eremitaggio in un mulino a cucinare biscotti e parlare con le galline, piuttosto di tentare di avvicinare una donna? Per non parlare della ragazza che va a farsi un weekend rigorosamente da sola in una delle città più romantiche del pianeta, Venezia, o il bellone che si rimpinza di acqua tonica al matrimonio dell’amico, esclamando che prima o poi metterà la testa a posto, ma non adesso.
Per carità, qualche famigliola la si vede ancora, ma vengono ormai proposte come dei personaggi da operetta, surreali.
Quali genitori non gonfierebbero il figlio di ceffoni invece di sorridere allegramente, se se ne arrivasse a casa con al seguito un plotone di duecento ragazzini che devasteranno la casa e saccheggeranno la dispensa?
Attenzione, gli spot pubblicitari sono scritti e concepiti da uomini e donne, e non ditemi che nel loro operato non si percepisce, ormai, la profonda sfiducia e diffidenza che ormai un sesso ha instaurato nei confronti dell’altro.
Siamo al punto che, per assurdo, l’unico messaggio tranquillizzante in termini di “rapporto a due” ci viene da uno spot che parla di una coppia omosessuale, dove un figlio confessa alla madre di avere un compagno, e lei sorride serena complimentandosi per le abilità culinarie del fidanzato.
Sospetto ci fosse un ulteriore pezzetto in cui lei, sollevata, affermava”per un momento ho temuto volessi dirmi che avevi una ragazza”, ma che lo abbiano tenuto da parte per la prossima campagna…..
Insomma, è evidente che ormai uomini e donne non si fidino più gli uni delle altre e viceversa, o perlomeno lo fanno molto meno di quanto avvenisse in passato.
Il perché od il percome di questo mutamento sociale lo lascerei analizzare a qualcuno che ne abbia gli strumenti opportuni, io posso solo constatare l’esistenza del fenomeno: io posso solo dirvi che spero tanto di rivedere un giorno, in televisione, uno spot che ho adorato da bambina, nel quale una famiglia di forse non belli e forse non intelligentissimi entrava compatta in un negozio, facendo a pezzi in un meraviglioso gioco di squadra una lavatrice, esclamando che loro, a scatola chiusa, compravano solo Arrigoni.
Spero di poter risentire quel senso di fiducia nella famiglia, prima o poi. Pubblicità Progresso?
©, 2014
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