Conan Doyle Il racconto dell’americano
Nel racconto di Conan Doyle, in un’Arizona mitica archetipica e ancestrale, viveva un inglese scappato dalla madrepatria essendo un Cartista.
Il Cartismo fu un movimento politico-sociale, britannico, prevalentemente di uomini della working-class, il cui nome derivava dalla People’s Charter (“Carta del Popolo“) presentata nel 1838 alla Camera dei Comuni con una petizione firmata da oltre un milione di persone. Il movimento era organizzato da Feargus O’Connor, avvocato di origini irlandesi. (Wikipedia)
L’inglese, raccontava un americano di nome Jefferson Adams – uno yankee – ospite di un Club londinese, non era ben visto in Arizona. Tutti lo prendevano in giro e lo guardavano con sospetto per la sua grande riservatezza. Taluni lo consideravano un vigliacco.
Ma una sera al bar convennero Alabama Joe e i suoi compari, che ce l’avevano su coi britannici, e iniziarono a provocare. Joe Hawkins – uno a cui non potevi voltare le spalle – mostrò il coltello e le pistole, e prese a parlar male dei britannici. Ma non sapeva che, sulla sua strada, c’era una pianta carnivora, nella Gola solitaria delle mangiamosche, pronta a divorarlo proprio quella notte.
L’inglese non tollerava che uno yankee qualunque prendesse in giro il suo popolo, e gli impose di abbassare le pistole, che era già un uomo morto. Tutti, nel vedere quello scatto di coraggio da parte di un uomo da sempre ritenuto vigliacco, rimasero di stucco.
Ma Alabama Joe, uscendo dal bar, stava già architettando la propria vendetta. Da quella sera, nessuno più lo rivide, se non ridotto in poltiglia dalle fauci di una pianta carnivora, il mattino dopo. Volevano dare la colpa al britannico, ma poi le cose vennero messe in chiaro, anche grazie all’intervento di un gruppo di coraggiosi scozzesi, e così tutto in quella cittadina sperduta dell’Arizona riprese a trascorrere tranquillamente. Da quel giorno l’inglese fu rispettato da tutti, e visse ancora molti anni.
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