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Avvincente come un racconto giallo. A tratti, quando ci spiega l’avvicendarsi dei progressi e delle nuove scoperte scientifiche, questo libro lo sembra davvero. “La miglior difesa. La nuova scienza del sistema immunitario. Un racconto in quattro vite” unisce il rigore che caratterizza la scienza, alla precarietà di quattro esistenze umane. Ci racconta come la medicina possa essere la più grande riposta e la più grande sfida, per gli uomini di scienza.
L’autore è Matt Richtel, reporter del New York Times e premio Pulitzer. Egli ha il pregio di rivolgersi ai non addetti ai lavori, con un linguaggio divulgativo ma nel contempo preciso e tecnico. Ci mette di fronte al dilemma relativo al nostro sistema immunitario: grande protagonista della nostra salute e della nostra autoconservazione. Ma può trasformarsi da alleato a nemico, rivoltandosi e scatenando nel corpo le cosiddette malattie autoimmuni.
Le malattie autoimmuni
Esse sono proprie di un sistema fino a poco prima perfetto, che improvvisamente comincia ad aggredire proprio se stesso. Con questa inaspettata virata, può metterci davanti a disturbi sorprendenti.
Negli ultimi anni
sono infatti andati crescendo, come se si trattasse di una epidemia. Affermazione importantissima, che la dice lunga anche sul rapporto qualità della vita/malattie (“per quanto riguarda le malattie autoimmuni, non esistono studi specifici che abbiano analizzato espressamente il rapporto tra stress, sonno e un sistema immunitario iperattivo, ma il dottor Irwin sostiene che una correlazione tra insonnia e disturbi autoimmuni sia quanto meno molto probabile. D’altro canto, una relazione indiretta esiste sicuramente: la mancanza di sonno porta allo stress e viceversa, creando un circolo vizioso che scombussola il sistema immunitario”).
L’argomento, complesso ma qui accessibile e scorrevole, si sviluppa lungo quasi 500 pagine appassionanti, solcando, come una macchina del tempo, le più importanti tappe della nascente scienza immunologica: “il virus del vaiolo (o virus Variola) era attivo già nell’antico Egitto. La prova? Su alcune mummie sono state rinvenute le cicatrici lasciate dalle lesioni tipiche della malattia”; “alla fine del XVI secolo Girolamo Fabrici d’Acquapendente sezionando un pollo individuò una strana formazione anatomica, che chiamò borsa… quella cosa sembrava non avere alcuno scopo. Che cosa diavolo era?”; “il pioniere dell’immunologia Paul Ehrlich introdusse l’espressione horror autotoxicus intorno al 1900, Autoimmunità: il corpo che attacca se stesso”.
In questa affascinante disamina scientifica ci accompagnano Jason, Bob, Linda e Meredith e i loro profondi disturbi, oltre ad indomiti ricercatori e topolini da laboratorio, scoperte scientifiche e strutture all’avanguardia, excursus storici e testimonianze dirette, per spiegare al lettore come l’immunologia, partita in sordina e per certi versi poco interessante per la medicina stessa, si sia rivelata, col tempo, come un perno fondamentale della guarigione.
Rigoroso come un saggio, ma accessibile e illuminante nella sua brillante narrazione, “La miglior difesa” ci guida all’interno di un’avventura scientifica, nata casualmente con un pollo, e proseguita come indagine sulla sopravvivenza tout court dell’intero genere umano, visto nel suo quotidiano interfacciarsi con la precarietà della vita stessa.
“Potete pensare agli immunologi come esploratori o Argonauti – scegliete voi la metafora che preferite. Quanto più lontano dalla riva, e in profondità sotto la superficie, essi si sono spinti, tanto più la nostra salute e le nostre aspettative di vita sono migliorate. Le loro scoperte hanno salvato centinaia di milioni di individui, e in questo preciso momento stanno producendo effetti sulla nostra stessa vita. Unitevi a me in questo viaggio di scoperte epocali, alla ricerca del loro significato.”
Titolo: “La miglior difesa. La nuova scienza del sistema immunitario. Un racconto in quattro vite”
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