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Alpi Urane il ghiaccio del Canton Obvaldo

Alpi Urane il ghiaccio del Canton Obvaldo
Abbazia di Engelberg
L’arrampicata sulle alte vette è una delle discipline supreme negli sport di montagna. Nel Canton Obvaldo ci sono tour alpini che partono da Engelberg e offrono buone rocce ed emozionanti passaggi sul ghiacciaio.
Gross Spannort Alpi Urane il ghiaccio del Canton Obvaldo
Gross Spannort

 

Alpi urane canton obvaldo ghiaccio roccia Gross Spannort
Le guglie del Gross Spannort corazzate di ghiaccio
La vetta della Gross Spannort si trova sul crinale dell’alta montagna che forma lo spartiacque tra la valle Engelberger Aa e l’Urner Reuss.
Nelle immediate vicinanze, poco meno di due chilometri a nord, si trova Hinter Schloss, la vetta principale dello Schlossberg alta 3133 m.
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Spannort Hütte
La Svizzera è un territorio di antichissime tradizioni. Non solo amato dagli alpinisti e dai camminatori, ma anche da intellettuali, artisti, scrittori.
Grindelwald e Eiger – Hermann Hesse visse a Montagnola, negli anni più fervidi  della sua creatività letteraria. Non lontano da lì, ad Ascona, fioriva il Monte Verità, una comune fondata secondo una visione utopica, e frequentata da artisti e intellettuali.

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Mitteleuropa
Nell’Europa centrale, o mitteleuropa, nei primi decenni del 1900, il turbinoso progresso scientifico, l’industrializzazione travolgente ed i relativi sommovimenti sociali, invogliavano artisti, scrittori, filosofi, politici a fare una scelta alternativa di vita, a cercare risposte alle proprie inquietudini nel socialismo – con la successiva evoluzione verso il comunismo – l’anarchia e la ricerca di valori alternativi.
Monte Verità
Come anche modi di vita differenti, sogni utopici alla riscoperta del romanticismo, del buddhismo, dell’induismo e della teosofia: elementi che, in molti, ritrovarono sul Monte Verità di Ascona, in Canton Ticino, in cui nasce, agli inizi del’900, un luogo di incontro, che fu una fucina di nuove idee utopiche, di cultura, di dialogo, interscambio e di creatività fra uomini e donne di ingegno.
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Ghiacciaio del Rodano
Berna, città attorniata dalle sue maestose montagne dell’Oberland, è invece la città in cui, nel gennaio del 1929, Robert Walser si presentò in una clinica per malattie nervose. Walser morirà nel 1956, e sarebbe vissuto sempre in case di cura per una non ben accertata affezione mentale. Non desiderò, in quegli anni, i rapporti col mondo. Dalla clinica bernese in cui risiedeva, usciva solo per lunghe passeggiate. Di queste passeggiate (“Passeggiate con Robert Walser”), ci parla Carl Seelig, in una tenera e a tratti visionaria ricostruzione delle sue visite alla clinica.
Anche di altre “passeggiate letterarie” è testimone la Svizzera, quelle descritte da Thomas Mann presso il sanatorio Berghof di Davos dove è ambientata “La montagna Incantata”.
“Fine irreversibile di un’era” scrivono sul giornale locale “Davoser Zeitung”. “Chiuderà i battenti dopo oltre 140 anni di attività la Valbella, una delle più grandi case di cura a Davos. Famosa per i fanghi, i bagni di sole, le cure per l’asma, le allergie, le malattie polmonari e la tubercolosi. Ma soprattutto perché immortalata da La montagna incantata, il celebre romanzo di Thomas Mann”.
Sustenpass meiental
Si respira quel passaggio brusco nelle ultime ore, dal sole autunnale al bianco ovattato di una neve appena caduta, e il silenzio opprimente di questa cittadina di vacanza resa spettrale dalla bassa stagione, con i ristoranti chiusi, gli alberghi deserti, quando viene data la notizia che il sanatorio di Thomas Mann chiuderà presto i battenti. Era il Novembre del 2004.
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Davos Dorf – Sanatorium Valbella
L’annuncio ha la stessa crepuscolarità dei funerali e degli addii, le insegne degli sport invernali ben evidenti, fermi però gli skilift e le funivie. Una visione di morte che forse si sovrappone a quella del romanzo di Thomas Mann, quella di una Società sofferente, tuttavia votata alla spensieratezza forzata, che viveva un legame morboso con la Morte e ogni sua negazione, in un’Europa decadente che si stava lanciando a capofitto nel macello della Prima Guerra Mondiale. Un universo simbolico e completo dell’Europa sofferente, era il Berghof de “La montagna incantata’”, dove – narra il romanzo – Hans Castorp (un giovane borghese) si reca a trovare il cugino Gioachino malato di tisi nel sanatorio di Davos, per finire di ammalarsi a sua volta, e restarvi sette anni, venendo catturato e affascinato da quel luogo.
ALEXANDRE CALAME (1810-1864) Ritzlihorn (3,282m – 10,768 ft) Svizzera
Le Ritzlihorn et la vallée d’ ‘Urbach, olio su tela
In precedenza vi avevano soggiornato altri due scrittori celebri: Robert Louis Stevenson (inverno 1881-’82) e Sir Arthur Conan Doyle (primavera 1894). Alpi urane canton obvaldo ghiaccio roccia Gross Spannort
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Ora, la caritatevole simpatia per la povera signorina Karstedt introdusse un piccolo mutamento… e Joachim non poté esimersi senza fare la figura di essere poco cristiano. Andarono a prendere la malata nella sua misera abitazione a Dorf e, con uno stupendo tempo gelido sotto i raggi del sole, la condussero attraverso il Quartiere inglese, così chiamato dall’Hotel d’Angleterre, tra i lussuosi negozi della via principale, dove tintinnavano i sonagli delle slitte e passeggiavano ricchi gaudenti e perdigiorno convenuti dal mondo intero, clienti della Casa di cura e degli altri grandi alberghi, a capo scoperto, in abiti sportivi di stoffa nobile e costosa, con la faccia abbronzata dal sole invernale e dalle radiazioni della neve (…) In quella moltitudine variopinta i tre malati, i cugini e la loro protetta, si guardarono in giro. Inglesi col berretto scozzese e i denti candidi conversavano in francese con le signore dal profumo penetrante, vestite da capo a piedi di lana bianca, alcune in calzoni. Americani microcefali coi capelli lisci e appiccicati, la pipa carica di shag tra le labbra, portavano pellicce col pelo all’esterno. Russi barbuti ed eleganti, dall’aspetto di ricchi barbari, e olandesi d’incrocio malese erano seduti in mezzo a tedeschi e svizzeri, mentre ogni sorta di gente indefinibile che parlava francese picchiettava il quadro: erano balcanici o levantini, tipi di avventurieri per i quali Castorp manifestava un debole, Joachim invece una certa ripugnanza, perché li considerava equivoci e senza carattere. (…) (Thomas Mann – La montagna incantata – traduzione di Ervino Pocar).
Dammastock via east-ridge

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