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HO MOLTI AMICI GAY Per colpa di un coniglio Svelando l’omofobia nascosta nella politica e nella società
HO MOLTI AMICI GAY è una frase omofoba anche in politica, una frase antipatica, che tradisce la grettezza di chi si arroga il merito di essere “aperto e senza pregiudizi”, di non voler tener conto delle distinzioni e delle discriminazioni che, con quella frase, vengono sottolineate una volta di più. Per le edizioni Bollati Boringhieri, Ho molti amici gay. La crociata omofoba della politica italiana, di Filippo Maria Battaglia, apre uno squarcio su un insospettabile stile di pensiero omofobo, quello di chi appunto, a premessa della propria omofobia – come excusatio non petita – apre il proprio discorso. 126 pagine che raccontano quanto in Italia la discriminazione e il pregiudizio omofobi siano ancora molto radicati, nella gente comune, ma anche fra i politici, non ultimi quelli che si tacciano di essere progressisti. Agli omosessuali molte attività sono interdette, dall’insegnamento allo scoutismo, e interdetti sono anche altri normali comportamenti concessi a tutta la gente, come baciarsi in pubblico o tenersi per mano. Varie teorie aleggiano da sempre attorno all’omosessualità, che sia un vizio da curare, o una patologia necessaria di cure psichiatriche. Certo è che, passando una vita ad essere additati e sentendosi sempre fuori posto, gli omosessuali possono, anche se sono nati sani, ammalarsi, certamente, di depressione o paranoia. Spesso chi dice di non avere «nulla contro gli omosessuali», in verità li discrimina. C’è chi chiama in causa la Bibbia, chi invoca “sobrietà e discrezione”, c’è chi, invece, passa alle vie di fatto, alle persecuzioni verbali e non di rado fisiche, con gravissime conseguenze. Non siamo più negli Anni del perbenismo piccoloborghese del dopoguerra, quelli che avevano perseguitato il Pasolini delle sue avventure friulane, gli Anni son cambiati, e così i toni, forse più blandi e ipocriti, ma il risultato, nonostante i passi in avanti, è sempre lo stesso: diffidenza, fastidio, aggressioni e insulti. La crociata continua sin dal dopoguerra, quella contro i “malati” e i “pervertiti”, una crociata che recluta quasi tutti: dai politici alla gente comune, sino agli intellettuali. Attecchisce sia a Destra che a Sinistra. La discriminazione contro gli omossessuali è radicata nella politica e nella società.
Il mondo per cui siamo nati sarebbe più a misura d’Uomo, se l’Uomo non si dimenticasse della Bellezza per cui è stato creato, e di cui è portatore. Ci sono però molte spinte sotterranee, insite nel linguaggio quale Dimora dell’Essere, che ci stanno facendo capire che forse i pochi individui ancora capaci di pensare liberamente, stanno conducendo una battaglia impari e persa in partenza contro una nuova forma di barbarie. L’omofobia e la paura per il diverso sono certamente un segno di imbarbarimento, la dimostrazione che la crisi economica ha generato una conseguente crisi morale, che il culto del denaro è diventato spinta propulsiva per un nuovo culto del brutto, che genera un linguaggio tutto suo. Per questo motivo, ho molti amici gay è una frase omofoba anche in politica, o tra amici, una frase che già di per sé sancisce una diversità e una discriminazione. La barbarie del presente vorrebbe inocularci il veleno dell’intolleranza e del sospetto, il nemico di oggi è la menzogna, ma l’avversario dei Nostri giorni è così forte da non rendere conto a nessuno, il nemico numero uno è il barbaro digitale che ha azzerato i valori e i sentimenti umani, che ha dato cittadinanza all’odio nascosto dietro un nick name, ma i padroni del web non si sa chi siano, né da dove vengano, non si sa dove vogliano portarci, indifferenti a quella trasparenza che loro stessi invocano e spesso impongono (Giampiero Beltotto – “Barbari & digitali”).
Per fortuna ci sono spettacoli teatrali come “Per colpa di un coniglio”, una spietata e al tempo stesso tenera storia sulla diversità, scritta da Paolo Camilli e Simone Zafferani e interpretata da Paolo Camilli e Moira Angelastri, che ne sono anche registi, andata in scena al Teatro Lo Spazio di Roma. Contro ogni omologazione e discriminazione, PER COLPA DI UN CONIGLIO mette l’accento sul tema del non voler vedere, del non voler sapere. I nuovi barbari di oggi hanno un atteggiamento chiuso, hanno paura di ogni forma di diversità. Non mettono in discussione il proprio punto di vista, vivono negli spazi angusti, nelle camere chiuse (echo chambers) dove tutti la pensano alla stessa maniera, e stili e suggestioni vengono rimandate come una eco da tutti i componenti della ristretta Comunità. Mai come Oggi, sui Social Media, siamo alla ricerca di persone identiche a Noi, quando invece, nella Società Interconnessa e globalizzata, avremmo mille possibilità di incontrare e sperimentare la Diversità. Questo deve far molto riflettere sul pessimo uso di Internet che viene fatto ai Nostri giorni.
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