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Ian Rankin, nato in Scozia nel 1960, è stato un ragazzo che, sin dall’inizio, ha mostrato una notevole predisposizione per l’arte. Per lungo tempo scrittore di culto, è diventato, ora, una vera e propria pietra miliare della letteratura inglese.
Una nuova indagine per il poliziotto edimburghese John Rebus. Sullo sfondo delle indagini, una Edimburgo tetra, ostile, a tratti xenofoba. Lo strano ritrovamento di alcuni scheletri nel retro di un pub, e una catena di omicidi apparentemente casuali, destano l’attenzione di John Rebus che, ancora una volta, sa sciogliere l’interrogativo del suo rebus criminale. In questo libro Ian Rankin ci dà la riprova di essere un ottimo scrittore di crime-story, e di saper mantenere sino in ultimo la curiosità del lettore su una trama ottimamente congeniata, certamente non facile da orchestrare, data la numerosa presenza di personaggi secondari e sottotrame che confluiscono nella soluzione dell’indagine. John Rebus è un perfetto personaggio preso dalla classica iconografia giallesca, solitario, lievemente fallito, amaro e con una forte carica umana, che riversa nel suo lavoro le tante, mai del tutto risolte amarezze della vita, senza esserne degnamente ripagato. Ma gli eroi, quelli dei gialli che amiamo, sono sempre degli outsider, dei romantici idealisti che si scontrano con il rebus della vita, non sempre facile da risolvere.
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