Un outsider e un assassino nella Londra trasgressiva
COLIN WILSON RITI NOTTURNI L’UOMO SENZA OMBRA
Carbonio Editore ha dato di recente alle stampe due affascinanti volumi di Colin Wilson: riti notturni (Ritual in the Dark, 1960), e l’uomo senza ombra.
Siamo in pieno clima Swinging London, ovvero, in una città in pieno fermento culturale, posseduta da una incontrollabile euforia sociale, con i suoi punti nevralgici localizzati in King’s Road, Kensington e Carnaby Street, dove si sviluppano tendenze e dinamiche connesse all’ottimismo, all’edonismo e alla rivoluzione sessuale.
In questo clima, un brillante e disinvolto outsider a nome Gerard Sorme si ritrova suo malgrado coinvolto nella sfera d’azione di un assassino, un serial killer affascinante, e stringerà con lui amicizia, senza che Sorme conosca la sua vera natura. L’assassino colpisce prevalentemente a Whitechapel. E’ un affascinante omosessuale, preda di oscure passioni, che con la sua loquela e la sua cultura irretisce il giovane Gerard, alla costante ricerca di stimoli che lo traggano fuori dall’opacità della sua esistenza, anche se non soprattutto sessuali.
Per chi abbia dimestichezza con le opere di Colin Wilson, Gerard può sembrare essere la controfigura dell’autore stesso, un personaggio che ne ricalca l’insoddisfazione esistenzialistica, certe pose indefinibili, in bilico tra alta cultura e grevità, una mescolanza tra l’alto e il basso, il sublime e il torbido, qualcosa di molto simile alla cultura di un self made man quale fu anche Jack London, egualmente outsider (L’outsider è un romanzo di Wilson del 1956).
In questo alto e basso mescolati in maniera conturbante vi è un riferimento non tanto chiaro, ma che il lettore può cogliere in maniera subliminale, qualcosa che attiene all’alchimia.
Infatti, riti notturni è solo il primo capitolo di un viaggio che prosegue con l’uomo senza ombra, dove aleggia una figura che sembra adombrare quella di Aleister Crowley, elaboratore di Thelema, una filosofia basata sulla volontà, che predica “fai ciò che vuoi sarà tutta la legge. L’amore è la legge, amore sotto la volontà”
In questo sequel, l’uomo senza ombra, Wilson può mettere in scena tutti i suoi principali interessi, la magia sessuale del profeta Thelema, la filosofia, la criminologia e l’occultismo.
Lo scenario storico sociale su cui si adagia questa storia, e il mix di argomentazioni che Wilson vi inserisce, rendono questo romanzo esplosivo e inquietante.
Wilson però rimane sempre strenuamente uno scrittore british, a tratti davvero noioso, e mai scadrà nella brutalità dei suoi cugini americani. Vi è nelle sue pagine sempre un che di sospeso, più spettegolato che non detto esplicitamente. Malgrado la sua formazione non accademica, Wilson mantiene un rigore espositivo degno di ogni grande scrittore, e i suoi interessi, anche quelli più perturbanti, non vengono mai resi in quella maniera cruda che certi autori meno raffinati sbattono in faccia al lettore.
Siamo comunque di fronte a uno scrittore che per certi versi è ancora vittoriano, ed erede di Sherlock Holmes.
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