Ivo Andrić Il ponte sulla Drina mondo slavo
Ivo Andrić nacque a Travnik, nel 1892, nella Bosnia occupata dagli austriaci. Il suo territorio natale – una terra slava tormentata, ancora fortemente legata al passato ottomano – era un territorio in cui la cultura orientale e occidentale si mescolavano in misura molto maggiore che in qualsiasi altro posto della penisola balcanica. La Bosnia orientale venne da lui descritta come “la mia vera casa”, e rappresentò la sua fonte principale di ispirazione, la sua Drina, il fiume protagonista del romanzo, le abitudini della sua popolazione, luogo da sempre di incontro fra diverse razze, religioni e culture. Qui, nel Cinquecento, il visir Mehmed-pascià fece erigere un ponte, diventato un simbolo dell’oppressione perché costruito grazie alla fatica e ai sacrifici di molti cristiani. Fatalmente questo oggetto architettonico, che si prestava alle divisioni razziali, diventò simbolo invece di una testimonianza della fusione di due diversi mondi. Il ponte sulla Drina è un grande affresco storico – che va dal Cinquecento alla Prima guerra mondiale e che ha per sfondo una Bosnia romantica, con le sue complesse vicende storiche – un poema multietnico e multiconfessionale, in cui i gruppi predominanti sono i serbi e i musulmani bosniaci, quella popolazione che Andrić ha osservato da vicino sin dalla tenera età.
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