Condizionamento e manipolazione sono i cardini su cui si basa la comunicazione al giorno d’oggi, una comunicazione malata che fa gli interessi dell’Economia e della Politica.
La manipolazione è una limitazione indiretta della libertà individuale. E’ un’arma psicologica usata a fini di controllo e repressione del pensiero difforme. L’Uomo, abituato da sempre alla violenza, è da sempre preoccupato di limitare la libertà degli altri, e per questo ha affinato nel corso della propria evoluzione svariati strumenti di dominio e controllo, con manipolazione e condizionamento. Le armi rientrano in questa famiglia di strumenti, così come le organizzazioni statali e i Governi (gli Stati sono espressione autoritaria portatrice dei valori della classe dominante, dei suoi interessi economici che sono in conflitto con quelli della popolazione, che si traduce in risorsa economica da dominare/governare attraverso il consenso). La manipolazione deliberata e autocompiaciuta rientra nel Male, il condizionamento è una sua conseguenza psicologica; in mano allo Stato, e mascherata, non perde l’intento principale, quello di disumanizzare (appiattire, rendere le persone numeri, oggetti intercambiabili). Se le armi, – autorità e violenza – garantiscono il controllo sociale e il dominio di pochi su molti nelle dittature, nei sistemi sociali governati attraverso il consenso (democrazie), tali mezzi di dominio non sono considerati leciti, e ne prevalgono altri più mascherati ma non meno efficaci, come il controllo delle opinioni attraverso l’informazione e la persuasione mediatica, non ultima quella pubblicitaria (manipolazione, condizionamento). Stiamo parlando di un comportamento oscuro, illecito e riprovevole, in quanto riprovevoli sono spesso gli intenti degli uomini politici al potere, dei grandi gruppi finanziari, dell’industria dell’informazione, culturale e dello spettacolo. Essi rappresentano vari aspetti di un unico grande apparato di potere e controllo, volto al condizionamento della massa acritica. La manipolazione, perché sia efficace, deve restare invisibile, così il condizionamento è più efficace e le sue cause non sono rintracciabili. La gente comune non deve essere consapevole di essere oggetto di condizionamento, e la forza di un sistema dominante sta nel non usare la forza: ciò rende la dominazione meno percepibile, e abbassa il rischio che la gente reagisca, ma anche che capisca (Marco Della Luna – Oltre l’agonia – Arianna editrice, 2017).
La manipolazione avviene in molte occasioni della propria vita: al cinema, leggendo un giornale, vedendo una pubblicità, addirittura sentendo i discorsi di qualche conoscente. Quest’ultimo punto è molto importante, perché l’Uomo tende ad imitare, i suoi comportamenti sono spesso frutto di imitazione. Soprattutto in epoche conformistiche come l’attuale, dove tutti-fan-quello-che-fan-tutti. Guardiamo ad esempio il fenomeno dei tatuaggi, degli anelli al naso, degli orecchini dilatanti i lobi, dei capelli raccolti nei maschi: nati come simboli di rottura, sono diventati in pochi anni simboli di conformità. Leggendo Lungo viaggio al centro del cervello, di Renato e Rosellina Balbi – Mondadori, 1990 -, apprendiamo che l’imitazione nasce nell’Oligocene, tra i 33,9 e i 23,03 milioni di anni fa, quando l’antenato dell’Uomo era simile a una scimmia. L’imitazione, soprattutto se guidata, come in questi casi, da processi acritici e inconsci, si può ben considerare una regressione a fasi antiche, primitive dell’evoluzione umana (filogenesi), e rappresenta, nell’ontogenesi (sviluppo individuale) il bambino dal decimo al dodicesimo mese di vita. Non si può non ammettere che questi siano, dunque, comportamenti dettati da un profondo infantilismo di massa.
Infantilismo, passività e pigrizia mentale sono una fondamentale amalgama di deficit psichici sui quali i Governi confidano per garantirsi la sottomissione acritica, l’acquiescenza, la compliance, per operare un condizionamento più profondo, in assenza di una reale democrazia che garantisca i diritti dei cittadini. Il bisogno di appartenere a un gruppo, o sciame urbano (un coacervo disarmonico di persone, di solito giovani e manipolabili, catalizzate attorno a un oggetto evanescente che può essere un brand, un’idea politica priva di solide basi, un sub-principio di ribellione mediato da una canzone pop) è un altro fattore di acquiescenza, di imitazione infantile e di obbedienza, che porta a comportamenti livellati, e a esasperare il clima di uniformità che si respira oggi, un clima pervaso dal condizionamento di massa. Per ottenere la compliance, ogni establishment usa i mezzi in suo potere, illudendo, persuadendo, intimidendo e condizionando. Il risultato più eccellente per un Governo è ottenere ottemperanza, obbedienza, conformazione da parte della gente in maniera volontaria, attraverso la manipolazione e lo stretto controllo sull’informazione, al fine di mantenere invariato il sistema di produzione del consenso, e garantire sopravvivenza alla Politica. La produzione del consenso, si garantisce grazie alla produzione di notizie ad hoc, avendo l’industria dell’informazione acquistato a pieno titolo la definizione di Settore Quaternario dell’Economia (in aggiunta all’Agricoltura, all’Industria, ai Servizi). Al giorno d’oggi, il sistema di potere e controllo si avvale della rete, anche per monitorare la compliance. Grazie al pervasivo scambio dei dati e delle merci che avviene in rete, emergono facilmente gli orientamenti e i gusti degli utenti, che, col conseguente tracciamento, la geolocalizzazione e l’estrazione dei dati, costituiscono il principale strumento di misurazione del consenso, una misurazione che avviene senza la consapevolezza dell’utente finale. Merci senza valore – per scambi altamente monetizzati – che il liberismo mette sul mercato a un prezzo sempre più alto. Le persone atomizzate sono disposte a pagare questo prezzo, pur di avere assicurata la pia illusione di non restare sole, isolate. Magari comprandosi un determinato paio di scarpe, che attesta la loro appartenenza a un determinato, effimero gruppo, sciame o tribù metropolitana, generati dalle mode, e destinati a dissolversi in altri gruppi, altre mode, il mese dopo, necessitando di altri oggetti d’appartenenza, altre scarpe, altri telefonini, altri accessori.
E’ sull’Infinito scambio di dati e di merci, che si basa la stessa sopravvivenza del profitto, del PIL. Il PIL di una Nazione è il risultato monetizzato di tali scambi, il quale è il risultato di una sempre maggiore solitudine, alienazione, depressione, tasso di dipendenze, di concorrenza sleale, spirito darwiniano di adattamento a un concorrenziale e competitivo mondo precario di tutti contro tutti, con sviluppo di stress, devianza, violenza, malattie mentali, omicidi, suicidi, femminicidi, guerre.
stress
Lo Stress è la differenza fra le richieste dell’ambiente e le capacità di risposta dell’individuo. Quando queste ultime sono inferiori alle prime, si genera stress.
La vulnerabilità è un altro fattore che diventa pericoloso, se associato allo stress (Liberman).
Si parla di vulnerabilità bio psicologica (Goldberd-Huxley) (associata a stress), nelle sindromi e patologie bio-psico-sociali (in crescita costante nel mondo contemporaneo).
devianza e malattie mentali
Questi concetti risalgono ai lontani Anni ’90. Le cose da allora sono nettamente cambiate. Rimanendo immutata l’eziopatogenesi delle malattie mentali (cortocircuito Vulnerabilità-Stress) è cambiato il quadro di riferimento sociale:
se a quei tempi il disagio psichico era considerato una forma di devianza, e veniva fatto in modo che esso giungesse alle cure, molto di esso, molte forme di comportamento deviante, oggi, non vengono più curate e – sottaciute a livello sociale mediatico e medico (il DSM ha dovuto derubricare molti sintomi, essendo divenuti talmente diffusi da non comportare più alterazione) – anzi, alimentano intere fette di mercato, di PIL.
La dispersione atomizzata del corpo sociale ritrova una sua coesione all’interno del corpo della macchina.
I singoli atomi non hanno capacità generativa, né ri-generativa, ridotti alla loro pura funzione di particella elementare con un compito più che elementare: nell’arco della loro esistenza, produrre, consumare, e poi essere cancellati (terminati).
Il valore dell’esistere – connesso a quello di esistenza, in quanto alveo nel quale si produce un destino e un percorso, un fine che supera la condizione strettamente biologica, collegandoci a un piano superiore di ideali e di progetti, singoli, ma soprattutto, comuni – è stato ridotto a prezzo della manodopera, da scontare per sopravvivere a una avversa condizione, che mina la biologia dell’atomo in ogni momento. Generando stress, impotenza, disperazione, angoscia.
Tornati nelle loro abitazioni, alla sera, dopo essere stati spremuti dal profitto, tutti i singoli atomi si collegano alle macchine, senza opporre difese al condizionamento. Senza sapere di stare gettando, in quei ludici momenti di svago, le basi per il loro sfruttamento di domani, per la loro disperazione di domani, in tutto uguale a quella di oggi e di ieri, per il loro condizionamento (sono vittime consenzienti di un sistema oppressivo).
Le grandi metropoli sembrano delle cisterne di incubazione di livelli sempre più alti di entropia. Atomi in agitazione continua, eccitati da una oscura fonte di energia. Ma, non tanto oscura: in verità, essa è generata dall’ansia, dalla disperazione, dalla rincorsa continua di scopi parcellizzati, che non si incontrano, ma al limite si scontrano, entrano in conflitto. Non vi è un ordine, una gerarchia, sopra questa massa anomica di atomi in incessante movimento, ma la sola Legge del Singolo.
La quale risponde direttamente alla Legge del Profitto. La Legge del Profitto disunisce, disgrega il corpo sociale, per poter meglio dirigere, comandare, ricattare il singolo atomo, così molto più redditizio, e gestibile.
Dopo l’incessante movimento (entropia) diurno, l’atomo si riaggrega con altri atomi, nei momenti ludici, all’interno del corpo della macchina, trovando una dimensione pacificata.
In questa dimensione irreale, dereistica quanto il sogno, l’atomo sperimenta un Principio di Piacere assoluto, con rilascio di dopamina, (il piacere facilita il condizionamento in quanto è gratificante). I suoi bisogni non trovano ostacolo alla loro infinita espressione. Il concetto stesso di Limite viene meno, la censura diurna non deve più operare, le fantasie più riposte trovano una loro via d’uscita dalla prigione della morale. Vi è una sospensione – temporanea – del Principio di Realtà.
Per molti atomi, invece, questa sospensione continua sempre, anche nel momento in cui sono scollegati dalla macchina, perché essa li ha irrimediabilmente condizionati. Essi vorranno quanto prima tornare a collegarsi con la macchina, sennò gli manca l’aria. Essi non sono più abituati alla dimensione reale, e trovano più reale e confacente al proprio Io la dimensione della macchina (condizionamento completo).
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L’apparato di controllo pervasivo cui abbiamo accennato, è concettualmente legato alla credenza progressista che la nostra società viva sotto il dominio del mito della razionalità, risalente all’epoca illuministica. D’altro canto, essa vive immersa anche nella propaganda, nel continuo bombardamento di stimoli condizionanti, ad opera degli stessi apparati democratici e progressisti che vorrebbero difendere il mito della razionalità. Essi, non è immediato comprenderlo, ma lo si comprenderà qui di seguito, smentiscono così facendo la bontà del mito che propalano, in quanto sono ben consapevoli, invece, che il 98 per cento della mente umana è governata da processi inconsci, subliminali, emozionali e irrazionali, una zona oscura che segna la debolezza dell’Uomo di fronte all’abuso continuo del condizionamento mentale a fini politici ed economici.
La base, i lavoratori, staccati dal vertice, vanno solo amministrati secondo criteri da allevamento, e la loro pastura è il condizionamento. Così come si allevano i polli e i manzi, si allevano i lavoratori alla stregua di elementi della produzione, che devono dimostrare obbedienza e sottomissione, spirito acritico, efficienza, secondo un condizionamento dettato dalla politica e dal mercato. Secondo questo disegno, le moderne Società consumistiche sono consumatrici di prodotti e di lavoro, di lavoratori come di bestiame, televisori, automobili, libri, spettacoli, droghe, ecc… e perché le singole unità produttive siano efficienti, è necessaria una loro totale uniformità al fine della loro gestione e controllo (Marco Della Luna e Paolo Cioni – Neuroschiavi – Macro, 2013).
E’ con la grande industrializzazione di due secoli fa, che nasce la Civiltà di Massa. E con essa, nascono la psicologia e le tecniche di manipolazione. Studiate dal padre della persuasione occulta, Edward Bernays (nipote di Sigmud Freud, emigrato negli Stati Uniti), sono servite e servono tuttora da più di cento anni per lanciare prodotti sul mercato: dagli oggetti di consumo, ai Presidenti – con apposite campagne elettorali marcatamente psicotecnologiche, come quella del Presidente Obama -, alle campagne sociali, ecc… Governare le masse con tecniche di spin (di disinformazione) è il principio cardine della persuasione occulta, professata da Bernays e da tutti i suoi discendenti. Bernays aveva capito il carattere irrazionale della psicologia delle folle (Gustave Le Bon – 1841-1931 – fu il primo teorizzatore dei comportamenti delle folle) facilmente plasmabile dalla suggestione. Dare alle folle in pasto false verità o mere apparenze, purché rispondano alle loro paure, al loro senso di appartenenza, alla loro emotività, ai loro sensi di colpa, è l’arma vincente per qualsiasi campagna elettorale o commerciale, perché, secondo Le Bon, L’illusione risulta essere più importante della realtà… nella storia l’apparenza ha sempre avuto un ruolo più importante della realtà (del resto, ce lo insegnava anche Machiavelli nel Principe).
Uniformità del tessuto sociale, uguale compliance, uguale governabilità. Questo è un sillogismo che poggia soprattutto sulla grande spinta all’uniformizzazione della Massa e alla compliance che è stata data dai media. Questi, negli ultimi decenni, hanno raggiunto livelli tecnologici molto elevati, e tecniche di persuasione sempre più sofisticate, grazie allo studio dei profili offerti dagli utenti inconsapevoli, attraverso neuroscienze e psicologia scientifica. Discipline, queste ultime, in grado di studiare i processi attentivi, in base ai quali captare l’attenzione generando motivazione, con idee semplici, ripetitive ed emotigene, facendo leva sull’immaturità emotiva e la suggestionabilità della Massa. L’elettore, il consumatore, il lavoratore, abituati sin dalla più tenera età alla pigrizia, reagiranno positivamente a messaggi che li facciano sentire immaturi, bisognosi, tanto nei corsi di formazione quanto nelle campagne elettorali o di lancio di un prodotto (il prodotto può essere un partito politico, un candidato sindaco, un giornale, un oggetto tecnologico…). Nel presente modello di Società, non vi può essere una comunicazione onesta. Riportiamo e condividiamo con Marco Della Luna il pensiero per cui il compito di comunicare alla Massa, è da decenni demandato alla televisione, che ha abituato la quasi totalità delle persone alla passività e alla pigrizia mentale sin dall’infanzia. Gli stati totalitari, così come le organizzazioni di manipolazione mentale, hanno molto a cuore l’infanzia e l’adolescenza, perché il cervello, nelle prime fasi dell’esistenza, per diversi fattori organici e per l’assenza di capacità di filtraggio critico, è più facilmente condizionabile. Altri ambiti di interesse di queste organizzazioni, sono la scuola (ce ne occupiamo qui) il tempo libero e l’intrattenimento. Lo spettatore (televisivo) medio, difatti, è una facile preda per la manipolazione: non è autosufficiente, e in grado di ricercare a freddo le notizie, se non è motivato o suggestionato. La sua attenzione non è superiore a una manciata di minuti, e presto svanisce se non è emotivamente coinvolto. I guru della motivazione, hanno capito da tempo che per generare attenzione bisogna lavorare sull’emotività, con notizie e immagini in grado di impressionare o scandalizzare. Spesso e volentieri tutto ciò rientra nella cattiva informazione, o addirittura nella disinformazione. La gente comune esige di essere intrattenuta, non informata, e il successo degli spettacoli informativi di Beppe Grillo lo conferma (Neuroschiavi). I contenuti che fanno comodo al Potere, vengono passati e diluiti tramite l’intrattenimento (anche con film, dibattiti inutili, libri della grande editoria, programmi scientifici annacquati, musica di consumo ritmata, fiction, ecc…).
Su questa piattaforma mediatica di mala informazione, spettacolo e intrattenimento spesso scadenti, poggia l’intero sistema di potere e controllo in cui viviamo, un sistema organizzato verticalmente, con un monopolio/cartello privato delle risorse primarie (materie prime, energie, servizi, credito e denaro), lo stretto controllo dell’informazione pubblica, la sorveglianza e il governo distante dalle popolazioni. Le risorse fondamentali (…) Internet, alcune tecnologie vitali, l’informazione (…) sono possedute da soggetti imprenditoriali privati che perseguono il profitto e non rispondono alle istituzioni democratiche; molti di loro, come la Banca Centrale Europea e la Banca dei Regolamenti Internazionali, godono d’immunità da ogni controllo pubblico e persino giudiziario. Assieme a esse, altri organismi, controllati dalla finanza e dai monopoli internazionali, formano un governo mondiale dell’economia: la World Trade Organisation (…) l’International Monetary Fund, la World Bank. Altri ancora si occupano della sicurezza e del controllo sociale (National Security Agency), militare (NATO), sanitario (OMS). Entro l’Unione Europea il potere è detenuto dalla Banca Centrale Europea, che, in virtù del Trattato di Maastricht, è autoreferenziale, non soggetta a controlli democratici di alcun tipo, né giudiziari; e da organismi non elettivi, quali la Commissione Europea. Il Parlamento Europeo è elettivo ma non ha poteri rilevanti. Ecco il governo distante dai popoli (Neuroschiavi). Allo scopo di uniformare le persone, queste organizzazioni che stanno al vertice della piramide di comando, dispongono di informazioni e tecnologie di punta destinate a rimanere in poche mani. Nelle mani dei padroni del gregge, ovvero, dei pastori.
Questo sistema economico si regge sul concetto di mandria. E’ una metafora, in cui i pastori, i padroni, i tecnocrati e i potentati tutti, sono i padroni di grandi mandrie di animali semi-intelligenti. Si tratta di animali da lavoro, da carne o da latte, che possono essere più o meno docili, obbedienti, redditizi, o pericolosi. Sono animali sottomessi, che possono sia accrescere che perdere la consapevolezza della loro condizione. Nel caso la accrescano, si pone il problema di come fargliela di nuovo perdere, perché non si rivoltino contro i pastori, perché non divengano pericolosi o meno redditizi. Con questi animali i pastori possono comunicare, soprattutto raggiungendo la loro emotività. Questi animali dipendono largamente dai pastori per l’organizzazione della loro vita, sono dipendenti e non hanno pensiero critico, autonomia di giudizio, libera iniziativa, intraprendenza (Neuroschiavi). Fuor di metafora, qui entra in gioco l’importanza della manipolazione di massa, delle asimmetrie d’interessi che ci sono fra pastori e mandria, di visuale e di morale.
Vorremmo subito chiarire una cosa: non stiamo perseguendo teorie complottistiche, ma meramente sociali ed economiche. Parlando di condizionamento, manipolazione, massa-gregge e padroni-pastori, stiamo difatti semplicemente riprendendo le teorie di Marx sui rapporti di forza coi quali una classe domina e sfrutta il lavoro di altre classi, i lavoratori, la massa-gregge. Massa-gregge è un’espressione che può suonare dispregiativa, ma non lo è, alla luce del semplice fatto che stiamo analizzando un processo economico all’interno del quale – nell’ottica della massimizzazione del profitto – Dal punto di vista dell’economia, dei monopoli e dei cartelli che la controllano, vitelli, polli, lavoratori, consumatori, macchine, materie prime, ecc…, sono tutti, egualmente, fattori di produzione di profitto (…) fattori, quelli appena elencati, che non si distinguono, in quanto non esistono fattori dotati di dignità, perché (…) la dignità non è un quid che si traduca nell’unica cosa che entri nella contabilità generale e nel business plan: il valore numerario, il denaro (Neuroschiavi).
L’Economia odierna, afferente al capitalismo assoluto finanziarizzato, agisce sul gregge in modo da rendere prevedibili le sue scelte, sia economiche, di consumo, che alle urne, col voto. A tale fine, essa ha l’esigenza di regolare il flusso di conoscenze, valori, suggestioni, abitudini, credenze, conoscenze, assimilati dalle persone, inconsapevolmente, attraverso i media di massa, per garantirsi profitti e governabilità.
In questo progetto di controllo globale a scopo economico, una grossa mano le viene da una intera Società completamente assorbita e orientata dalla tecnologia, in cui tutti siano adattati allo stile consumistico e produttivo, standardizzati nei valori, nelle credenze, nei miti culturali, nel credo politico. Una manipolazione siffatta – che parte dal vertice della piramide attraverso organizzazioni potenti e poco riconoscibili, che non toccano che di riflesso la Politica dei Governi, i quali sono spesso solo ciechi esecutori di tali poteri – è pienamente e legalmente legittimata e irriconoscibile, efficiente e inarrestabile, e soprattutto è necessaria al potere laddove vi sia il bisogno di massimizzare il profitto in periodi di crisi e turbolenze sociali come il presente. Stati e Repubbliche, sempre più politicamente orientati dal Mercato, sono deteriorati e si stanno deteriorando nella loro coesione interna. Ne consegue un caos interno alle nazioni, uno sgretolarsi del tessuto e della coesione sociali, come sintomo di un disagio che le persone percepiscono, senza individuarne veramente le cause, e reagendo con violenza, disobbedienza incontrollata, distruttività eterodiretta di matrice infantile. Anche se non chiaramente, al popolo sta affiorando a livello di coscienza la consapevolezza che i Governi non sono più legittimati a governare, essendo espressione diretta dei Mercati finanziari, e non più legati alla produzione e all’Economia reale, i cui operatori lucrano con la speculazione finanziaria e con le bolle. Al Potere costituito, in questi termini, non è più necessario produrre e distribuire benessere crescente reale, per ottenere consenso e coesione sociale, in quanto l’ottemperanza sociale, l’obbedienza, viene ormai ottenuta con la potenza tecnico-amministrativa (Oltre l’agonia). Il passaggio dall’Economia reale produttiva, a quella finanziaria improduttiva sta smaterializzando Stati e persone, rendendole intercambiabili e funzionali al sistema mercificante oppressivo, grazie ai suoi sistemi di controllo tecnologico.
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