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PREGIUDIZI E CONSEGUENZE PSICO SOCIALI DELL’OBESITA’
Da vent’anni a questa parte, i numeri relativi all’obesità nel mondo sono in costante aumento. L’OMS stima che l’obesità colpisce (dati relativi al 2005) oltre un miliardo di persone. E’ una vera emergenza sanitaria, una pandemia anch’essa di cui si parla poco, e una emergenza psico sociale, che ha ricadute economiche, sociali e psicologiche nelle persone colpite da obesità.
Oltre a diabete malattie coronariche e respiratorie, disturbi sessuali e del sonno e senescenza anticipata, l’obesità porta con sé un altro grave disagio, quello dello stigma sociale nelle società occidentali, in termini di percezione di un aspetto fisico non desiderabile ma anche in termini di difetti caratteriali attribuiti alle persone che soffrono di obesità, che vengono più facilmente percepite come “pigre, sporche, stupide, brutte, bugiarde, imbroglione” (Wadden, T.A. and A.J. Stunkard, Social and psychological consequences of obesity. Annals of Internal Medicine, 1985. 103: pp. 1062-1067).
Una persona obesa, rispetto a una persona normopeso, ha più probabilità di incorrere in trattamenti ingiusti e di essere discriminata sulla base del suo aspetto fisico. In questi casi l’obesità genera quello che si chiama pregiudizio sul peso, o weight bias, termine che indica quegli atteggiamenti negativi che influenzano le nostre relazioni interpersonali nei riguardi di chi soffre di obesità. Il pregiudizio sul peso può emergere in forme sottili oppure può essere espresso in modo più aperto. Esso ha diverse sfaccettature tra cui la derisione, la presa in giro verbale, con appellativi denigratori, attribuzione di soprannomi negativi legati al peso, insulti. Poi viene il bullismo, sia a livello fisico (spintoni, calci, pugni) che tramite Internet (cyberbullismo). La persona che soffre di obesità incorre quindi facilmente in una forma di vittimizzazione relazionale o isolamento sociale.
Sul piano relazionale e affettivo, l’obesità crea facilmente difficoltà all’interno della vita di coppia, con i propri amici e conoscenti. Non raramente l’obeso viene preso in giro, magari con sarcasmo, anche in età adulta, e la sessualità è spesso limitata, se non assente, in seguito a isolamento sociale, stigma e/o difficoltà oggettive di movimento.
Nel mondo del lavoro, è stato riscontrato che il pregiudizio sul sovrappeso e l’obesità sembra accompagnare ogni fase del processo dell’esperienza lavorativa. Durante la prima fase di selezione, le persone che soffrono di obesità sono discriminate, presentandosi a un colloquio di lavoro vengono scartate prima ancora che il colloquio inizi, e hanno meno o assenti probabilità di essere assunte, soprattutto in compiti che, come nel settore vendite, richiedono interazioni faccia a faccia. In seguito a una eventuale assunzione, ci saranno altri problemi, come minori probabilità di essere promossi, retribuzioni inferiori, maggiore probabilità di essere licenziati. La persona obesa in ambito lavorativo viene percepita come pigra, carente a livello dell’autodisciplina, meno coscienziosa, meno competente, sciatta, negligente, emotivamente instabile. Tali discriminazioni nel mondo del lavoro, possono portare a gravi problemi economici nelle persone obese.
Nella vita quotidiana, l’obesità comporta tutta una serie di disagi e frustrazioni, tra cui difficoltà di movimento, dolori fisici, difficoltà a respirare, dolore alla schiena, male ai piedi, dolore alle giunture e ai muscoli. I peso in eccesso limita il movimento e gli spostamenti, e induce sedentarietà che facilita l’ulteriore accumulo di grasso, generando un circolo vizioso. Frustrazioni dovute all’eccesso di peso sono anche riscontrabili nell’ambito del semplice svago o utilizzo di mezzi pubblici. Gli spazi sui sedili dei mezzi pubblici, sulle poltrone delle sale cinematografiche e teatrali, sulle sedie nei bar o nei ristoranti, sui voli aerei, sono inadeguati alla stazza di un obeso, il quale, in ultimo, incorrerà anche nella difficoltà di trovare abbigliamento alla moda che lo possa valorizzare.
La persona obesa tende, sotto stress, a sfogarsi con il cibo. L’obesità è motivo di stress (specie relazionale) per cui si viene a creare un potente circolo vizioso, in quanto l’obeso non è in grado di adottare strategie più salutari di gestione della tensione e dell’ansia. Le persone obese difficilmente frequentano le palestre in quanto si sentono osservate, oggetto di scherno e svalutate. Ne consegue che anche la salute psichica e psicologica ne viene compromessa, con insorgere di depressione, ansia, bassa autostima, dovuta al rifiuto sociale. La persona obesa viene generalmente respinta dal gruppo dei pari per cui diminuiscono le possibilità di intraprendere attività sociali e relazionali piacevoli. Ad essa è preclusa la conoscenza di nuovi amici e di iniziare una relazione sentimentale.
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