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Edvard Munch Soirée sur l’avenue Karl Johan, 1892

TERRIBILMENTE FERMO

TERRIBILMENTE FERMO
Terribilmente fermo: due semplici parole racchiudono lo spirito di questa nostra epoca, quale l’ho percepito sin dalla culla. Spesso mi son domandato quante fossero le persone che al pari di me avvertivano l’oppressione di questo connubio fra la quiete e il terrore. Vedo strade insulse e ben tenute, e uomini in nero che circolano, tetri in volto. E le cose vanno avanti così, giorno dopo giorno, senza che mai succeda nulla. Ma per me è come un sogno, dal quale potrei svegliarmi con un grido. Per me l’andamento uggioso e rettilineo della vita è come quello di una sottile funicella tesa al massimo. Il suo silenzio è terrificante. Di colpo la funicella si potrebbe spezzare con il fragore di un tuono. E lei che siede fra le macerie delle guerre, lei che siede in un campo di battaglia, sa che la guerra è meno atroce di questa pace sciagurata. (…) Ma non credo (…) che questo silenzio dell’èra moderna durerà per sempre, sebbene sia incline a pensare che per il momento aumenterà. Questa moderna liberalità non è una vera farsa. Nella nostra civiltà moderna la libertà di parola sta a significare, in pratica, che siamo tenuti a parlare soltanto di cose irrilevanti. Non dobbiamo parlare di religione, perché è illiberale. Non dobbiamo parlare di pane e di formaggio, perché vuol dire parlare di botteghe. Non dobbiamo parlare della morte, perché l’argomento è deprimente. Non dobbiamo parlare delle nascite, perché l’argomento è indelicato. No, non può durare. Bisogna che qualcosa sopravvenga a infrangere questa curiosa indifferenza, questo strano egoismo, questa strana solitudine che investe milioni di individui. deve cessare, questa situazione (1).
Note:
1: G.K. Chesterton Il Napoleone di Notting Hill – Guanda, 1989   

 

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