L’Amalgama del Conformismo Manipolazione Disillusione Controllo
Infantilismo, passività e pigrizia mentale sono una fondamentale amalgama di deficit psichici sui quali i Governi confidano per garantirsi la sottomissione acritica, l’acquiescenza, la compliance, in assenza di una reale democrazia che garantisca i diritti dei cittadini. Il bisogno di appartenere a un gruppo, o sciame urbano (un coacervo disarmonico di persone, di solito giovani e manipolabili, catalizzate attorno a un oggetto evanescente che può essere un brand, un’idea politica priva di solide basi, un sub-principio di ribellione mediato da una canzone pop) è un altro fattore di acquiescenza, di imitazione infantile e di obbedienza, che porta a comportamenti livellati, e a esasperare il clima di uniformità che si respira oggi. Per ottenere la compliance, ogni establishment usa i mezzi in suo potere, illudendo, persuadendo, intimidendo e condizionando. Il risultato più eccellente per un governo è ottenere ottemperanza, obbedienza, conformazione da parte della gente in maniera volontaria, attraverso la manipolazione e lo stretto controllo sull’informazione, al fine di mantenere invariato il sistema di produzione del consenso, e garantire sopravvivenza alla politica. La produzione del consenso, si garantisce grazie alla produzione di notizie ad hoc, avendo l’industria dell’informazione acquistato a pieno titolo la definizione di Settore Quaternario dell’Economia (in aggiunta all’Agricoltura, all’Industria, ai Servizi). Al giorno d’oggi, il sistema di potere e controllo si avvale della rete, anche per monitorare la compliance. Grazie al pervasivo scambio dei dati e delle merci che avviene in rete, emergono facilmente gli orientamenti e i gusti degli utenti, che, col conseguente tracciamento, la geolocalizzazione e l’estrazione dei dati, costituiscono il principale strumento di misurazione del consenso, una misurazione che avviene senza la consapevolezza dell’utente finale. Merci senza valore – per scambi altamente monetizzati – che il liberismo mette sul mercato a un prezzo sempre più alto. Le persone atomizzate sono disposte a pagare questo prezzo, pur di avere assicurata la pia illusione di non restare sole, isolate. Magari comprandosi un determinato paio di scarpe, che attesta la loro appartenenza a un determinato, effimero gruppo, sciame o tribù metropolitana, generati dalle mode, e destinati a dissolversi in altri gruppi, altre mode, il mese dopo, necessitando di altri oggetti d’appartenenza, altre scarpe, altri telefonini, altri accessori.
Tema fondamentale dei nostri giorni: quello dell’informazione manipolata da parte degli organi informativi di massa.
Il tema del controllo, è legato a quello del conformismo. Perché il controllo alimenta il conformismo. La compliance, come detto. Tutto il sistema economico e politico (che fanno un unico corpo) attuali si basano sulla compliance. Il dissenso vi è bandito. Guardiamo il caso di Julian Assange:
Per indagare lo stato dell’informazione libera e del giornalismo nel mondo non si può non fare riferimento alla storia di Julian Assange. Viviamo immersi in un flusso continuo di informazioni, in una società sempre più immersa nella rete. Siamo anche circondati da immense possibilità di comunicazione, eppure, ciò che manca è l’informazione indipendente, un’informazione che abbia il coraggio di raccontare quello che non funziona, di raccontare e dimostrare le malefatte dei governi, e solo qualche accenno di protesta arriva dalle testate che hanno pubblicato estratti dei documenti diffusi da WikiLeaks.
Sentirsi green solo perché si guida un’auto elettrica o un’ibrida alla spina è pura ipocrisia. Non abbiamo considerato l’intero ciclo di vita della vettura, e soprattutto delle batterie:
per estrarre i minerali necessari alla costruzione delle batterie, alla loro fabbricazione e soprattutto al loro smaltimento una volta esauste, si produce CO2 e si inquina, un inquinamento che si aggiunge al discorso delle cosiddette terre rare, metalli necessari per produrre prodotti di alta tecnologia proprio in virtù delle loro proprietà chimiche, che vengono immancabilmente utilizzate da tutta la tecnologia verde, la cui estrazione ha un grande impatto ambientale, un problema che si verifica nelle fasi di estrazione e di raffinamento, in quanto le sostanze coinvolgono vari passaggi e cicli di filtraggi in presenza di acidi, generando consistenti scarti tossici con conseguente perdita di biodiversità e inquinamento idrico.
Emerge chiaramente che quella green è una ideologia e non una verità scientifica. Non dissimile da quella del politicamente corretto, dell’arcobaleno e del gender: feticci del pensiero unico, cui ribellarsi costa l’esclusione sociale. Il conformismo odierno è una vera e propria emergenza culturale, che sta portando verso un clima di repressione e censura, diffuso in tutti gli ambienti culturali, e reso possibile dai moderni strumenti tecnologici atti a condizionare l’opinione pubblica. Grazie al politicamente corretto, si è creato un clima di paura, che rende impossibile dissociarsi da quello che viene imposto come pensiero dominante.
Ribellarsi da ideologie di massa, cui la maggior parte delle persone sembrano essersi assuefatte, comporta una scelta individuale coraggiosa. Aderire a mode e sciami, rinunciare a pensare con la propria testa, appartenere a una tribù più o meno allargata, agire e pensare in maniera omogenea, ci assicura di essere accettati, di non finire per essere isolati. Il pericolo è l’esclusione. E tutti i messaggi mediatici sono diretti a far percepire questo pericolo, sulla base di un tacito ricatto. E’ proprio sulla base di questo ricatto, con la minaccia dell’isolamento e dell’ostracismo, della solitudine e dell’impoverimento, che il Sistema (alimentato dalla cultura del mainstream) si automantiene.
Oggi l’artista è l’individuo più conformista che ci sia nella società. Il sistema del mainstream è quello delle notizie che si ripetono sempre uguali a se stesse, alimentando dibattiti che avvengono solo su argomenti marginali, ed è l’apparato di promozione artistico per quegli artisti che si dichiarano allineati al pensiero dominante, sempre presenti anche nei talent show, nelle trasmissioni musicali, nelle pagine di spettacolo su riviste e quotidiani, le cui porte si aprono e chiudono non solo in base al talento degli artisti, ma in base al loro allineamento al pensiero dominante.
E’ sotto gli occhi di tutti, come anche l’Arte oggi sia prona, asservita al Potere. Le logiche editoriali sono pervase dallo psicoterrorismo di editor e agenti che plasmano la stessa coscienza critica degli scrittori, costretti a sottomettersi a politiche di mercato che spengono in loro ogni luce creativa, in nome di una produzione in serie senza più alcun slancio né ideologico né estetico, la letteratura di cassetta prevede una prolificità e una capacità esecutiva autorali simili a quella di un incosciente lavoratore a stipendio fisso presso una qualsiasi industria produttiva occidentale. Leggere un libro è come leggerli tutti, ascoltare una canzone, è come ascoltarle tutte. Con la massificazione dei prodotti culturali, stiamo assistendo a una sempre più diffusa omologazione degli stili e soprattutto dei contenuti. L’ultimo attacco alla libertà d’espressione, il Potere lo ha sferrato proprio nella testa degli artisti. Di coloro i quali, Fabrizio De Andrè diceva: “l’artista è un anticorpo che la società si crea contro il potere, se si integrano gli artisti ce l’abbiamo nel culo!”
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