NUDITA’ TRASGRESSIONE Jane Birkin Herbert Marcuse
Quando Jane Birkin vide le foto di quella sera esclamò “A saperlo – che i flash dei fotografi avrebbero reso così trasparente il vestito- non avrei indossato neanche le mutande”.
MIO COMMENTO:
questa dicesi TRASGRESSIONE. Inutile e fatua e piccoloborghese trasgressione. Da sempre, lo diceva anche Herbert Marcuse, il Sistema, il Potere, elargisce la trasgressione per mantenere in essere il proprio dominio sulla popolazione. In anni molto più recenti, il Potere ha anche, a tal fine, normalizzato la pornografia fai da te.
Si comprenderà meglio il concetto, leggendo questo passo di un mio libro di prossima – spero – pubblicazione:
La promiscuità si sarebbe diffusa sull’onda del Mercato globale, come moda e come stile di vita generato dal consenso, a compensazione di una profonda incapacità a vivere le emozioni. Il Sistema Costituito si sarebbe auto alimentato con la trasgressione, in quanto avrebbe sancito che ognuno ha pure il diritto di mettere in pratica la non repressività anche all’interno del Sistema Costituito; ciò sarebbe passato attraverso lo sdoganamento delle droghe, della promiscuità sessuale, delle stravaganze più estreme nell’abbigliamento – sino al poter girare nudi – e agli espedienti più folli della vita notturna.
Ma nella società costituita, questo genere di proteste si muta in uno strumento di stabilizzazione e perfino di conformismo, poiché non solo lascia intatte le radici del male, ma anche testimonia a favore dell’esistenza di una libertà individuale all’interno della repressione generale. (…) Un tempo questi sfoghi dalla repressione erano privilegio esclusivo – in condizioni normali – di una limitata classe alta, mentre in condizioni eccezionali venivano concessi anche agli strati meno privilegiati della popolazione. In contrasto a ciò, la civiltà industriale avanzata democratizza le autorizzazioni allo sfogo. Questa forma di compenso serve a rafforzare il governo che la consente, e le istituzioni che somministrano il compenso (Herbert Marcuse – prefazione alla edizione paperback di Eros and Civilization – Vintage Books, New York, 1962 – in Giovanni Jervis – introduzione a Eros e Civiltà – Einaudi, 1968).
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La vergogna è un sentimento fondamentale. Vergogna viene da vere orgognam: temo l’esposizione. Oggi l’esposizione non la si teme più. E allora cosa succede: se io mi comporto in una modalità trasgressiva, bè che male c’è. Vado incontro ai desideri nascosti di ciascuno di noi e li espongo, perché son bravo. E allora a questo punto non sono più visibili con chiarezza i codici del bene e del male. C’era Kant che diceva che il bene e il male ognuno le sente naturalmente da sé, usava la parola sentimento.
Oggi non è più vero. Semplicemente se uno ha il coraggio anche di mostrarsi vizioso, se ha il coraggio anche di mostrarsi trasgressivo è un uomo di valore, almeno lui ha il coraggio, ha interpretato i sentimenti nascosti di ciascuno di noi. Questo ormai significa, non dico il collasso della morale collettiva, ma persino di quella individuale, quella interna, quella psichica.
[Umberto Galimberti]
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piccola pillola musicologica azzardata e anti istituzionale:
Sì, perché certe canzoni sono diventate delle vere istituzioni mondiali dell’idiozia libertaria, di matrice falsamente rivoluzionaria, ma fortemente radicata nella sicurezza materiale borghese, come anche Imagine, di John Lennon. Canzoni che ci hanno triturato il senso critico con le loro impeccabili estetiche formali, le esecuzioni ineccepibili, le voci suadenti e convincenti di una stagione culturale che preludeva, ahi Noi, alla Globalizzazione, al DISASTRO di oggi. Buon ascolto: