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Liberi e controllati

Liberi e controllati

Ormai da alcuni anni, ci troviamo a scivolare lungo un piano inclinato che ci porterà sempre più in basso, se qualcuno o qualcosa non fermerà le braccia che ci stanno spingendo verso il baratro. Da qualsiasi punto di vista si osservi la Società Occidentale, economico, politico, culturale, scolastico, editoriale, sanitario, eccetera, non sfugge all’osservatore un aspetto che accomuna tutti questi livelli di discorso: il depotenziamento dell’individuo, e l’erosione continua dei più basilari diritti della persona.

Di questo passo, nel giro di pochi anni ci ritroveremo tutti spogliati dei nostri soldi, delle nostre case, e microchippati, schedati dalla A alla Z, controllati nei nostri pensieri più intimi, e di conseguenza privati delle nostre esistenze. Ma chi dobbiamo ringraziare di questo, se non gli stessi individui/cittadini/sudditi/schiavi che non si ribellano, a fronte di contentini che il Potere statale/economico/finanziario/tecnocratico elargisce loro, sotto forma di svaghi e trasgressioni consentite, vacanzine all inclusive e porzioni di salmone affumicato a basso costo, che fanno sentire ricco anche il più misero dei proletari? L’avere distrutto e delocalizzato le fabbriche, e aver trasformato l’Economia da Reale (produttiva) in Finanziaria (approfittatoria/predatoria/speculativa/digitale), ha significato cancellare dall’orizzonte politico la forza rivendicativa di un proletariato rabbioso e rivendicativo, che lavorava di braccia, e che, sino alla metà degli Anni’90, era in grado di influire sulle decisioni politiche nazionali con l’intermediazione dei sindacati. Ora, ci troviamo come in un paradosso: quello di una Società livellata e senza classi sociali, ovvero, con la grande e uniforme presenza sul territorio di un ceto povero, scontento e senza speranza, ma che non si può più definire “proletario” in quanto non ne ha più la mentalità e autocoscienza storica; e di una “piccola borghesia” o “classe media” in costante pericolo di impoverimento. L’ulteriore paradosso, è quello rappresentato dai Diritti Civili attualmente rivendicati da una classe agiata rappresentata politicamente dai residui fallimentari di una Sinistra loffia e imborghesita, alleata del Capitale e dei padroni del mondo, ma nemica del popolo e disinteressata di fronte alle vere e drammatiche emergenze sociali. Ci troviamo quindi incatenati a doppia mandata, da una parte abbiamo un ceto povero esautorato che non è più in grado di farsi rappresentare politicamente da alcun partito, dall’altra, una Sinistra corrotta e decadente, che accampa campagne sociali inessenziali per rinverdire una Stagione politica che non esiste e non esisterà mai più.

All’interno di questo scenario sociale (ma dovremmo più correttamente dire SOCIAL) gli unici che possano in qualche maniera camminare ancora a testa alta, sono i radical chic, i fuxia gender fluid, che, animati dalla speranza finta e solo virtuale in una totale palingenesi, galleggiano euforici e sculettanti al ritmo dei Maneskin, su un abisso pronto a inghiottire pure loro, nel momento in cui i creditori andranno a bussare alla loro porta, perché è certo, le garanzie economiche su cui si basa il loro euforico disimpegno fuxia (che per loro è IMPEGNO SOCIALE) verranno meno per tutti – in quanto virtuali e fittizie, transitorie e sensibili alle bolle speculative – e in breve tempo, e allora, saranno grandi dispiaceri, anche per loro.

Sia su un piano fisico, igienico alimentare e sanitario, sia su un piano psicologico, comportamentale e psichico, stiamo assistendo a un attacco senza precedenti all’integrità dell’individuo. Il concetto stesso di Individuo sta lasciando il posto a un residuale artefatto ontologico, esito di una pianificazione controllata tecnologicamente, transumano e geneticamente modificato, ovvero, a un essere menomato, privo di forza e di iniziativa, svuotato di aspettative future e di autocoscienza, di desideri e di progetti: l’uomo massa tecnologico. A tale sottoprodotto umano, è stato impiantato un cervello atto solo a lamentarsi senza reagire, a esprimere la propria rabbia tramite i tatuaggi, il sesso compulsivo, la cocaina legalizzata, il rito alcoolico serale, l’aggressività automobilistica, che sono aspetti di un generalizzato dissenso eterodiretto, ma innocuo, capace solo di fare vittime innocenti, e di non incidere sui mali di uno Stato burocratico/amministrato col ricatto della paura, che ammansisce i rabbiosi col permissivismo generalizzato, e, in ultimo, la garanzia dell’impunità. Uno Stato che fa Leggi per punire i deboli, rastrellare soldi ai poveri, e non per punire i veri delinquenti, o le persone semplicemente dannose all’ordine sociale. Diciamo anzi, che l’Ordine Sociale è stato pervertito e stravolto, al fine di garantire al Potere il suo controllo tramite il permissivismo.

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