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Lago di Como

RISCOPRIRE LA TRASCENDENZA

RISCOPRIRE LA TRASCENDENZA

L’immagine del lago ci fa fare la pace coi nostri conflitti.

In rete e sui Social, circolano molte frasi come questa. E’ indicativo dei tempi che stiamo vivendo, caratterizzati da paranoia, sospetto, livore.

Con i media elettrici, si stanno accelerando i processi sociali disgregativi. Bastano migliaia di condivisioni in un secondo di frasi come questa, per generare opinione, sentimento diffuso, la base comune di un malcontento generale.

Chiediamoci perché i Social diffondano malcontento. Facciamoci questa domanda: a CHI conviene che certi sentimenti circolino?

Il ritratto di una Milano in continuo movimento. Dinamismo che genera incontri casuali. Ricordate Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’Essere? Cosa ci ha insegnato quel libro? … sempre che avesse qualcosa da insegnare… un libro sopravvalutato… Che tutto è casuale, che non ci sono valori né certezze, il libro inizia con un incontro casuale, quasi i due protagonisti fossero palline inconsapevoli sulla superficie di un biliardo, che casualmente si scontrano. Agiti da un fato che toglie loro ogni autodeterminazione, ogni volontà e consapevolezza. Fantasmi. Cadeva il Muro di Berlino, col disgregarsi del blocco sovietico, una massa di manodopera a basso costo e criminalità si diffondeva in tutto l’Occidente, iniziava la Globalizzazione, quel sentimento per cui A vale B e B vale A.

Un Romanzo sui fantasmi della modernità. Su quello che siamo diventati.

Incapaci di relazionarci, di amarci, di darci valore gli uni con gli altri. Cose. Palline che si muovono casualmente.

Che aspettano la morte del proprio nemico per sentirsi vive. Vivere della morte di un altro. Godere del fallimento e del dolore di un altro. Nessuna elevatezza, nessuna generosità o pietà. Tali Valori non esistono in un mondo dominato dal caso, dalla meccanicità delle vite organizzate secondo la produzione.

E allora, Vi consiglio di guardare l’immagine del Lago: di ritrovare una dimensione trascendente e platonica, in quel cielo, in quell’azzurro, nelle montagne, e di dimenticare per un momento la meccanicità della metropoli.

 

©, 2024

 

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