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Roland Topor

ARTISTA? DROGATO? MENDICANTE? BISOGNA DECRESCERE

ARTISTA? DROGATO? MENDICANTE? BISOGNA DECRESCERE

Per avviare processi di cambiamento, sia in biologia che in psicologia, è necessario l’intervento di un enzima, di un catalizzatore. Non vogliamo qui offrire consigli o linee guida come molti si sentono autorizzati a fare, scrivere manualetti sul successo e la crescita personale, non c’è nessuna crescita, nessuno cresce, solo le piante crescono, basta dargli un po’ d’acqua, anche i tumori crescono, quanto crescono!, e descrivere la Legge dell’Attrazione. Vorremmo anzi descrivere qui la Legge contraria, quella della Repulsione, dell’Ostilità, della Rabbia Indiscriminata, della Pars Destruens, dell’alchemica Nigredo, la fase al Nero della Grande Opera, cioè il passo iniziale nel percorso di creazione della pietra filosofale, quello della putrefazione e della decomposizione, la Legge della riduzione a ZERO, lo spirito Dada che tutto nega tutto smerda e distrugge e rende senza significato, l’Anima, come direbbe Tristan Tzara, il Principio.

Il gambero ci insegna come farlo, lui va a ritroso, risale il Tempo e lo Spazio. Dobbiamo cercare di fare come i gamberi. Tornare indietro. Risalire la catena delle cause e degli effetti che ci hanno portato fin qui. Riavvolgere la matassa dei tanti istanti della Nostra vita, arrivare al punto ZERO, alla TABULA RASA che eravamo prima che il Nostro cervello si riempisse di tante cose inutili.

Alcuni per questo, ma inutilmente, praticano la meditazione. Viviamo in metropoli affollate, piene di rumori, di stimoli, di telefoni che suonano e ci distraggono, di impegni, come lavorare stirare fare la spesa farci il bidet, scopare il Nostro partner a giorni fissi, andare al rito sociale dell’aperitivo. Non si può meditare significativamente in una situazione simile. Solo in Tibet è possibile. I Monaci tibetani sono serviti in tutto e ciò li rende distaccati da tutto. Beati loro. Noi non possiamo, nemmeno con la più grande buona fede e le migliori intenzioni. Dobbiamo arrivarci per altre vie. Vi sane e vie meno sane.

La via più immediata che molti scelgono, inconsapevolmente, perché avvertono una grande infelicità dentro di sé, un grande vuoto di significato, un’angoscia senza nome, è l’uso della droga. Ne parla anche Erich Fromm ne l’Arte di Amare, il tentativo del drogato di riunirsi col Tutto nel rito orgiastico. Riti orgiastici sono il sesso compulsivo, e, in senso lato, tutte le dipendenze, come la ludopatia, gli sballi incontrollati, i rave. Tutte le dipendenze, gli sballi, le regressioni, sono, in quanto tali (regredire, lo dice la parola stessa) tentativi di tornare indietro, sui propri passi, al Punto Zero, un tentativo di autocura maldestro, un buddhismo e un annullamento andati male, segno di un tentativo di liberarsi dai pesi della vita, e di ricongiungersi con la Grande Parte Mancante, fondersi nuovamente con la Madre, tornare ad essere quegli Ermafroditi platonici cui è stato tolto il Potere. Ognuno di Noi cerca di riconquistarlo, in tutti i modi, anche nelle maniere più nocive e illecite. La chiave per spiegare la Vita e tutte le sue manifestazioni, è la ricerca di Potere. La riconquista del Potere Perduto. La volontà di riunirsi col Tutto.

Il cammino dell’Uomo, dalla nascita in poi, è un cammino di indebolimento, di progressiva perdita di Potere e di lucidità. Durante l’infanzia, l’Uomo è pieno di Potere, di lucidità, di idee e di entusiasmo. Tutto ciò che è allo stadio iniziale, è pieno di Potere solo per il fatto che è giovane. Dalla cellula all’onda. Tutto ciò che cresce e si sviluppa, si dissove e perde Potere, va verso la morte. Ma da quel punto, ricomincia una nuova Vita. E’ nel punto d’inizio, che c’è la massima concentrazione di vitalità, intesa come consapevolezza. In quel magico stadio iniziale, di non corruzione, il bambino è completamente padrone della propria Vita e del proprio Destino. E’ indipendente. E’ consapevole, pieno del proprio Io ancora non strutturato. Un Io che non è in grado di affrontare il Mondo e le sue difficoltà, che perciò necessita di essere educato. Guidato, strutturato, avviato a costruirsi delle difese, delle armature. E in questa maniera, destinato alla sua mutazione in qualcos’altro, di più forte ed equipaggiato per affrontare le difficoltà soprattutto pratiche e contingenti della vita adulta e materiale. L’educazione occidentale, però, si dimentica di non far perdere al bambino il suo equipaggiameto spirituale, che, prima di avviare il processo educativo, è in sé perfetto e pieno di Potere e consapevolezza. La cultura occidentale, per questo motivo, si è inventata molto di recente varie mode spirituali, come la New Age e la meditazione, che in sé sono corrette, ma di difficile se non di impossibile applicazione in Occidente. Correnti di pensiero che vorrebbero riscoprire, tramite apposite tecniche, quello stadio iniziale pieno di consapevolezza.

Il bambino inizia il suo percorso di apprendimento, impara tutto un bagaglio di conoscenze che lo renderanno tecnicamente abile a vivere in un mondo tecnologico. Lontano dalla natura e dai rapporti sociali autentici, perché gli saranno anche insegnati l’orgoglio, l’egoismo, la diffidenza. E non in ultimo, l’ambizione.

Tutto ciò rientra negli effetti di una imposizione di modelli che depotenziano e tolgono vitalità e autenticità all’individuo. Modelli di crescita, di sviluppo, ma anche le cellule, le piante e i tumori crescono! Quanto crescono!

Non tutto ciò che cresce è buono, ma i coach mentali che vanno oggi di moda parlano proprio di crescita personale, e non di altro, quasi fossimo dei maiali all’ingrasso, destinati a diventare spiritualmente e “personalmente” obesi.

Per questo, tornare allo ZERO ASSOLUTO, vivere nello Zero della negazione di tutto, essere Dada, negare l’ARTE e la Vita e questa cazzo di crescita a tutti i costi, è di vitale e assoluta importanza, è l’unica via a Noi consentita di riappropriarci del Potere perduto. Buttare tutti i libri, fracassare tutti i quadri. O, più semplicemente, non considerarli più, ci dà Potere. E’ Dada, rinuncia, buddhismo proletario, l’unico a Noi concesso nelle merdose città in cui siamo costretti a vivere come polli in batteria. Solo Tiziano Terzani è riuscito a mandare tutto aristocraticamente e snobisticamente affanculo, e a rifugiarsi fra le montagne del Tibet. Ma lui purtroppo non fa testo, bello e affascinante da leggere e, in ultimo, forse anche inutile.

Il drogato, il ludopatico, l’ipersessuale, sono tutti consapevoli che quello che fanno fa loro male. Se nessuno riesce a curarli, a farli smettere, è perché ogni pratica che vada in senso contrario alla direzione della regressione da loro imboccata, non può che fallire, perché loro hanno capito, più di molti altri, che la regressione contiene, in potenza, la guarigione. Anche se così non è. Perché per guarire veramente, ci si dovrebbe anche preservare nel corpo e nella psiche. Ma i malati non sono malati per niente.

Altri, più furbi, più borghesemente addestrati alle logiche del Potere, praticano la via dell’Arte. L’ascesa sociale tramite l’Arte. Ecco la ragione di tutto il successo che hanno i Talent: la ricerca e il raggiungimento del Potere, tramite il conferimento dello stesso da parte di una Giuria di Potentati che hanno già raggiunto questo stadio. Chi viene rifiutato, non deve esprimere perciò alcuna forma di ribellione, deve giungere le mani, dire namasté, inchinarsi, sorridere e ringraziare molto educatamente e in maniera del tutto sottomessa, perché ha capito che ha a che fare con un Potere del tutto impersonale, che lo potrà premiare la volta successiva, meglio non farselo nemico. Il Potere necessita di essere trattato con Ipocrisia, se la Nostra ambizione vuole essere un giorno premiata.

Se non stiamo però attenti a quanto sta avvenendo, si corre il rischio di strutturare una Società che accetta passivamente il seme della Violenza e dell’Oligarchia, cioè, il pericolo di arrivare molto presto a una Società fortemente accentrata, strutturata in Caste come in India. Vogliamo questo? No? Allora, spegniamo per sempre la televisione, un consiglio spassionato da chi non ha nulla da perdere a dirlo!

Arte e condotte devianti, sono due tentativi di raggiungere il Potere, ma prendendo due direzioni opposte: il drogato, il ludopatico, l’ipersessuale, prendono la via malata della regressione, vanno psichicamente a ritroso. L’artista segue invece la direzione opposta, quella dell’evoluzione e del potenziamento cognitivo. Si potrebbe aggiungere, che la ricerca artistica, l’immersione attiva nella sfera della cultura, il grande potenziamento cognitivo che alcuni individui raggiungono (direi, per loro immensa sfortuna) è un elemento che allontana sempre di più dall’essenzialità del bambino, da quella fase iniziale della Vita che coincide col grado massimo di Potenza Spirituale. Quella Potenza che, avvertita come perduta, l’artista cerca di riconquistare tramite la droga arte, la droga sapere. Non avviene in lui un deterioramento psichico, ma spirituale. Apparentemente, egli è la persona più riuscita e invidiabile che vi sia, se paragonata al suo opposto, quello che ha imboccato la direzione della regressione psichica, il drogato e il deviato. Per entrambi, il bambino è perduto e non più raggiungibile. Anche per chi decide attivamente di regredire psichicamente, non è più possibile ritornare alla propria infanzia intatta. Quella la si perde per sempre, non la si recupera nemmeno con la psicosi, che si dice sia un ritorno a fasi infantili.

Mentre il deviato esprime una totale mancanza di mezzi socialmente accettati, e si pone quindi fuori dal consorzio sociale e dalle logiche di Potere, l’Artista ne maneggia molto bene le forme e le politiche, gli strumenti e le armi più sottili, sa farsi strada nella società ed essere accettato, osannato. Ma in fondo essi sono la medesima cosa, due entità umane molto simili tra di loro. Due mendicanti entrambi.

Non amiamo e non accettiamo nessuna delle due categorie. Non inseguiamo nessuno di questi due modelli. Il successo sociale dell’artista, essendo egli un mendicante, è tanto deteriore quanto lo spappolamento sociale degradante del drogato. Vorremmo altro, per Noi, per la Nostra Anima, vorremmo una vera liberazione dalle catene. Dalle catene della mendicità. Della Vita.

Come dicevo, non ci sono ricette per questo, e chi te le offre, a pagamento, col suo Canale Instagram del cazzo, col suo tutorial da buon coach mentale disonesto, ti sta truffando.

La truffa è palese, in quanto questi piazzisti, questi venditori porta a porta, parlano sempre unicamente e ossessivamente di CRESCITA personale. Ma non c’è crescita che tenga, come si diceva, anche le piante e i tumori crescono.

Nessuno dice l’unica cosa che dovrebbero dire tutti i coach onesti: decrescere, arrivare all’annullamento, al PUNTO ZERO; alla NEGAZIONE. Per riscoprire – come dice Livio Fenaroli – ciò che abbiamo dentro, che è più vasto dell’Illusione che abbiamo fuori.

Essendo gamberi, andando a ritroso, riscopriamo quanto eravamo più essenziali, in passato, più liberi, da bambini. L’educazione a certi modelli di successo e ambizione, ci hanno via via rovinati, e resi i mostri che siamo. Gli artisti e gli uomini di successo che siamo. Col passare degli anni, abbiamo appreso, studiato, letto, lavorato, in un’unica direzione: quella di farcela. Lui/Lei ce l’ha fatta, si dice spesso. Ce l’ha fatta a fare cosa, infine? Uno che ce l’ha fatta lo si dice perché ha fatto soldi, di solito. Ma i soldi lo hanno migliorato? Lo hanno reso felice? Il talaltro cantante ce l’ha fatta a superare il tale e talaltro Talent: ce l’ha fatta, adesso le ragazzine lo adorano. Tutto qui? E’ tutto qui avercela fatta? Evidentemente non è tutto qui, c’è ancora di mezzo il Potere, quella sete di Potere che ci fa intraprendere vie di crescita personale, come ci insegnano i vari coach disseminati come un cancro nella rete.

Non tutto il Potere va nella direzione della crescita, quello ad esempio, dei malati, dei deviati, degli emarginati, si indirizza verso la decrescita, ma, come abbiamo visto, è una direzione nociva. Si può intraprendere quella via, anche senza farsi del male. Capendo che si può decrescere, senza ammalarsi.

Nessuno di questi piazzisti, dice l’unica cosa che dovrebbe dire: siate meno ambiziosi. Nessuno lo dice, perché la loro stessa ambizione non glielo consente. I malati, i drogati, i deviati, i cosiddetti falliti, non sono altro che ambiziosi che non ce l’hanno fatta, ambiziosi delusi e incattiviti. Su questo schema successo/fallimento, si basa anche molta della produzione cinematografica e letteraria statunitense, che dovremmo una buona volta imparare a filtrare e considerare nociva per la Nostra diversa concezione mediterranea della Vita. La concezione basata sul successo è una concezione Tragica, che non ci piace.

Meno ambizione, significa meno ansia, meno malessere. La decrescita personale è il vero obiettivo, non la crescita personale. E’ la radice di un buddhismo del tutto praticabile anche qui, nelle Nostre metropoli affollate, di una pratica fondata sul Lasciar Andare, sulla Non Predatorietà, la non Violenza, la Non Possessività, il Non Arrivismo, il Non Capitalismo, e chi più ne ha, più ne metta… non volevo fare una lezione, ma mettere giù solo i punti essenziali per sollecitare un cammino, e mi auguro che per molti che mi leggono, questo sia solo il punto d’inizio… la scintilla, il catalizzatore di un grande cambiamento.

Come vedete, non Vi chiedo soldi, non ho un Canale Instagram per spremere quattrini, sono in completa buona fede, non ho nulla da perdere e nulla da guadagnare, secondo l’antica Filosofia Hacker… ciao.

e ora che avete capito… sballatevi pure:

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