IL RISVEGLIO PILOTATO DEL DISSENSO
Nonostante la pseudo editoria del mondo liberale, in grado di produrre una cultura all’ammasso, distruttiva di ogni valore ideale, che include svariate forme ben mimetizzate di dissenso pilotato (liberi pensatori e giornalisti free lance che apparentemente criticano il sistema ma ne utilizzano i mezzi di marketing a scopo di auto promozione, sconfessando la natura e l’intento del loro agire, iperattivi sui canali Social dell’ammasso e del qualunquemente) proponga svariate e innumerevoli ricette (i famosi 10 modi di…) in verità non ci sono ricette, vie d’uscita o uscite di sicurezza facilmente imboccabili per salvarci da questa situazione di degrado sociale economico politico e culturale, se non partiamo da un punto di osservazione molto poco praticato anche da questi pseudo dissidenti: la patogenicità della vita sociale contemporanea. Una vita accelerata, dove la socialità è divenuta iper socialità e iper esposizione. Due fattori patogeni con forza disgregante della socialità sana (economia sana).
Dopo un qualsiasi fatto di cronaca, come quello di un ragazzino che stermina tutta la famiglia, assistiamo purtroppo all’esibizionismo di psicoterapeuti e criminologi che NESSUNO (giornali? televisioni? magistrati? No, nessuno) interpella, ma che sui Social si ostinano e si sentono autorizzati a dare la propria versione dei fatti. Se indaghiamo anche un solo istante nei loro profili, scopriamo una iper attività e iper esposizione con produzione incessante di reel e video che hanno lo scopo di aumentare il loro rank, popolarità, gradimento, e se indaghiamo ancora un po’, scopriamo che tutta questa fervida, incessante, ossessiva attività punta a un unico scopo: promuovere la vendita del loro unico libro autoprodotto e venduto su Am*** spacciato come bestseller di tutti i tempi. Fatta questa analisi, ci viene spontaneo chiederci: è sano tutto questo? Da un punto di vista liberale, di pura morale di Mercato, sì. Ma è altrettanto sano che questi – chiamiamoli pure intellettuali – dissidenti, perché quasi sempre si spacciano per tali, affermino questo e quello su un Sistema malato, corrotto, andato in malora, utilizzando pesantemente, quasi militarmente, i canali del medesimo Sistema, per fare cosa poi, se non per vendere e vendersi? Ci sembra, molto semplicemente, una comunicazione cosiddetta a doppio legame, la tipica comunicazione schizofrenica, la dimostrazione che il Sistema è marcio fin dall’osso, che anche il cosiddetto DISSENSO è marcio (ovvero, rientra nelle categorie merceologiche, come l’antifascismo opportunistico e di facciata, il gender, l’ideologia woke, ecc…). Siamo davvero nell’Era delle grandi opportunità (2.0 – 4.0 – 20.0. ecc…), che ci rende tutti dei grandi profittatori, opportunisti, amici del liberismo anche se ce ne dichiariamo nemici, cooptati in una famiglia allargata di stronzi, cui invece non vorremmo appartenere, e forse in questo siamo davvero sinceri, vorremmo distinguerci.
Personalmente, provo da un po’ di tempo a questa parte una immane tristezza. Potrei mettermi anch’io su qualche Social a fare i mei reel in merito, e visto che, da anni, sto tentando inutilmente di proporre agli editori un romanzo molto poco digeribile ideologicamente, forse, con qualche k di follower, avrei qualche possibilità in più anch’io. Solo che, lo ammetto, possiedo ancora una coscienza, un’etica, lo so, è cosa molto antiquata, come del resto il mio romanzo di cui sopra.
Mi chiedo se dalla logica della auto promozione forzata si possa uscire. Sono millenni che l’essere umano si auto promuove, anche solo per andare a letto con una donna o per trovare un impiego. Quello che mi sembra lampante e allarmante, è l’evidenza del fatto che l’autopromozione sia divenuta, non dico da molto, ma da dopo il covid, con l’esplosione della vita sulle piattaforme, esasperata, pervasiva, a ogni livello di discorso, che il marketing di se stessi abbia vinto anche sul senso del pudore, con ragazze minorenni che vanno in giro con mezzo culo di fuori, e uomini di 55 anni si aggirino completamente tatuati, con fisici muscolosi davvero grotteschi, e coi capelli raccolti a chignon o a treccine rasta. Una cosa ridicola, in sé, se non fosse invece del tutto tragica, fuori misura, a segnare l’epoca, neanche a dirlo, della Dismisura.
Un tempo a Milano vigeva il detto Ofelè fa el to mesté, un detto che andrebbe riscoperto, come tutta la relativa saggezza popolare e contadina, come andrebbero riscoperti i dialetti in opposizione al globish tecnocratico liberal progressista. Inciso a parte, ho tirato in ballo questo detto, che si riferisce al riportare ognuno nell’ambito delle sue – dimostrate e dimostrabili – competenze, e a non uscire dal seminato, a non invadere campi che non gli appartengono, riferendomi alla prassi purtroppo consolidata di essere tutto, occuparsi di tutto, saper e voler e POTER (perché evidentemente qualcuno glielo permette – sic) dire tutto su tutto, una prassi che è cresciuta di pari passo con la crescita del web. Alcuni la chiamano effetto della disintermediazione. Quando i medium esistevano ancora, in effetti la si poteva chiamare così. Oggi, i medium tradizionali, che appartenevano al giurassico analogico, non esistono più. I Medium Siamo Noi. Noi siamo apparecchiature connesse, siamo centraline dati in uscita e in entrata, siamo MEDIA, produciamo informazioni e siamo quelle informazioni. Quindi, ahimè, rimpiangiamo quel concetto divenuto di modernariato vintage, che è la disintermediazione, e abbracciamo l’epoca delle grandi opportunità, in cui un qualsiasi oscuro e frustrato medico/psichiatra di qualche sperduta ASL di provincia, si improvvisi imprenditore di se stesso, e impianti nella casa in cui vive una vera e propria stazione multimediale (mixer, microfoni professionali, telecamere performanti, ecc…) per divenire youtuber professionale, promuovere – a scapito del tempo che dovrebbe dedicare in ASL – il proprio bestseller autoprodotto, e semini una marea di notizie spacciate per novità scientifiche quando – a una verifica, e io l’ho fatta, dei suoi concetti su base storica – gran parte delle sue pseudo novità appartengono al sapere scientifico di almeno 50 o 60 anni fa (ad esempio l’approccio bio psico sociale alla malattia mentale, roba che io studiavo agli inizi degli Anni’90. E che questi – di cui non posso fare il nome – offre ai suoi follower rinfrescando il concetto col suo aspetto atletico da entusiasta coach all’americana, che si suppone, essendo uno psichiatra 2.0, dotato di mixer e quant’altro, con la sua aura di modernità smart e sorridente e 36 denti perfettamente sani, depositario di grandi novità, che, essendo i suoi follower sicuramente dei millenials pigri e altrettanto convinti della bontà delle fonti 2.0, non vanno in Biblioteca Centrale a scartabellare qualche vecchio, polveroso manuale di clinica, per rendersi conto che questo qui è solo un truffatore, o un grande furbacchione e mistificatore).
Quanta angoscia e senso di rivalsa sono contenute in queste vite ingabbiate nei Social. L’entusiasmo di facce sempre sorridenti, ammiccanti, da piazzisti, da servitori di terz’ordine di un complicato sistema economico che li vede sfruttatori di se stessi, da venditori di prodotti auto prodotti e auto alienati, sono la dimostrazione vivente del fallimento di questo sistema economico, fallimento per il popolo, certo, ma successo assoluto per i PADRONI, gli oligarchi, che comandano di nascosto le reazioni neurofisiologiche del nostro sistema limbico, sede del capitalismo insediato nei nostri cervelli, capace di plasmare le nostre aspirazioni più intime, ambizioni e speranze, riducendoci all’invisibilità di quelle Anime Morte di Gogol che invano aspettavano un riscatto. Un riscatto che ci illudiamo disperatamente di avere coi Talent Show, coi Follower, coi Like, pozioni magiche della tecnocrazia progressista liberale, che invece di guarirci, di darci il dono di una vita più lunga e felice e ricca, ci avvelenano e ci fanno ammalare anzitempo. Non già morire, questi loschi individui, ci tengono molto alla nostra sopravvivenza biologica, però ci vogliono cronicamente deboli, ammalati, e illusi in una qualche guarigione futura, e avidi di richieste in tal senso, pronti sempre a spendere in un altro, e poi in un altro sogno, in un’altra pia illusione, sempre tesi verso la voglia di sopravvivere, ti tenere disperatamente la testa fuori dall’acqua, mentre stiamo semplicemente e inesorabilmente affogando. In altre parole, ci uccidono, ma molto, molto lentamente. Non vogliono propriamente la nostra morte – non gli converrebbe – ma la nostra mala-vita. E così, ci rendono tutti più o meno, e a vario titolo, dei mal-viventi, degli scellerati e insoddisfatti acquirenti di sogni a buon mercato, di medicinali che alimentino la nostra cronicizzazione fisica e mentale, di lenti suicidi silenziosi a base di tossicità a vario titolo – come droga e gioco d’azzardo – fruitori inconsapevoli di messaggi subliminali tramite cattiva editoria, serie tv e format pseudo informativi in televisione, eccetera eccetera eccetera ecc cc……. Come possono tutto questo?
Possono, eccome, utilizzando vari mezzi molto sofisticati. Lo stanno facendo, del resto, da decenni, anche se Shoshana Zuboff & soci si sono resi conto solo adesso di quello che sta succedendo, come se stesse succedendo solo da adesso.
Io, nel mio piccolo, l’allarme lo gettai già nel 2012, sulla mia rivista web, che ha e aveva un solo problema: malgrado la considerazione di cui godeva nelle alte sfere, era poco letta, per cui quello che dissi allora, restò praticamente quasi a porte chiuse, un sussurro fatto nelle orecchie di quei pochi che ci volevano sentire. Ma quello che dissi, sui pericoli di una psicosi di massa legata all’uso pervasivo del web, soprattutto in ragione di due fattori eziologici: distraibilità e disapprendimento – viene di recente massicciamente confermato dalla varia pubblicistica, da Zuboff a suoi affini, l’elenco degli affiliati al nuovo pensiero – di questi esimi risvegliati – sarebbe lungo.
Non credo, tuttavia, che questi esimi risvegliati contribuiscano sensibilmente al risveglio stesso, in quanto compiono un’operazione storicamente errata, facendo sbucare il disastro da un vacuum storico che non si spiega. Non spiegano quello che c’è dietro, o sotto, ma solo la punta evidente dell’iceberg, un fenomeno recente che affonda in un lontano passato, e che non può né essere compreso né suscitare la giusta indignazione, se non lo si coglie in una prospettiva storica, l’unica che ci possa fare indignare, incazzare e REAGIRE: in quanto, se la cogliessimo, ci sentiremmo fottutamente presi per il culo, raggirati, perché il raggiro dura almeno da una quarantina d’anni! Con buona pace della Zuboff, che ha scoperto l’acqua calda.
Dove mettiamo fenomeni come Licio Gelli? Mediaset? Il craxismo? Il Post Craxismo? Non si può certamente scoperchiare il vaso di pandora.
Guardiamo il fenomeno da un punto di vista non politico, ma meta-politico, l’azione politica nelle sue vesti mediatiche, ovvero, terroristiche.
Perché di terrorismo si è trattato a tutti gli effetti, con attentati a più riprese alla coscienza di massa, che della coscienza è stata poco a poco privata, ridotta a rincoglionimento, a quello di cui OGGI i vari dissidenti lamentano la mancanza (di spazi di condivisione – di recente questo titolo: Brunetta: «Corpi intermedi sotto l’attacco dei social»).
Povera massacrata Internet. Tutti vorrebbero – ora che si svegliano che la frittata è fatta – addossarle la colpa di tutti i mali del mondo. Magari gli stessi che l’hanno scelleratamente fatta crescere prosperare e dilagare, traendone il giusto e dovuto profitto negli anni passati (prima che Shoshana scoprisse l’acqua calda). Adesso però si accorgono che è diventato pubblicisticamente/politicamente (e vorremmo aggiungere, scorrettamente) più PROFITTEVOLE darle contro, perché una nuova forma di pensiero RISVEGLIATO si sta aprendo alla massa, garantendo (a lorsignori) una nuova, forse promettente fetta di MERCATO in crescita.
Vorrebbe essere uno scoop? Da quanto tempo sono sparite – ad esempio – le sezioni di partito? Almeno da quando sono spariti i partiti. E da quando sono spariti i paratiti? Almeno da quando qualcuno ha fatto cadere quel benedetto muro. Così capiamo che non è uno scoop. E capiamo anche che qualcuno ci vuol far credere che lo sia. Ormai far credere tutto e il contrario di tutto al povero popolo rincoglionito, è facile come far bere un bicchiere d’acqua a un bambino.
E vediamo perché.
Vogliamo dire qualcosa in merito al fatto che, prima, a questo bambino, danno il ciucciotto, e all’improvviso glielo vogliono togliere per il suo bene? Vogliamo parlare un po’ del sadismo di questi scellerati Potenti del Mondo?
CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA PUNTATA SU QUESTA RETE.
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