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Le forme culturali, siano esse informative come letterarie artistiche e musicali, capaci in qualche maniera di ampliare lo stato di coscienza degli individui sono viste molto male dal Potere. Lo stato di coscienza è un qualcosa che si può ampliare, modificare, restringere o lasciare come è, in base ai comandi, o input o condizionamenti che l’individuo subisce. Tra di essi ci sono le droghe come l’LSD (e tutte le famiglie delle droghe psichedeliche), la sessualità, la musica e la massa informativa di dati – in entrata – sotto forma di letteratura e anche di giornalismo (web compreso).
L’establishment vorrebbe mantenere lo stato di coscienza della popolazione a un livello medio basso, per garantire a se stesso un più ampio margine di manovra per sottometterla e imbrogliarla senza che questa se ne accorga. Al tempo stesso, le somministra droghe – tra le quali lo stesso LSD – per consentirle una via di sfogo e di espressione del proprio Sé, ma che immancabilmente ne falcidierà con la follia o la morte gli incauti sperimentatori. In questa maniera, l’establishment – agevolando in certi piccoli gruppi ristretti la ricerca psichedelica – non nega alla popolazione la via dell’autodeterminazione, dimostrandosi democratico e laico, agendo sottobanco per provocare l’autoannullamento degli elementi più sensibili, e già avviati verso un principio di liberazione, della società. Promuovendo un dissenso pilotato, una autorealizzazione che passa attraverso l’uso degli psichedelici, si garantisce una facciata libertaria e permissiva, e al tempo stesso la repressione più efficace.
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