Antón Fortes tra imitazione plagio citazione
American Gothic (Gotico americano) è un dipinto a olio del 1930, eseguito dall’artista statunitense Grant Wood. Raffigura un agricoltore che regge un forcone insieme a sua figlia davanti a una casa di legno in stile rurale “Carpenter Gothic“. È una delle immagini più familiari dell’arte americana nel XX secolo, nonché un’icona universalmente riconosciuta. (Wikipedia).
Saper citare è indubbiamente un’arte. Copiare non è citare. Rubare non è citare. Citare è, appunto, qualcosa di diverso, è un’arte in sé. Potrebbe essere considerato alla stregua sì di un furto, ma ben fatto, senza scasso né effrazione. In eleganza, nel più completo silenzio.
Così l’arte della citazione si ammanta di una luce quasi sulfurea, saturnina, lievemente malefica? Si dice che chi citi non abbia idee proprie. Tale affermazione è vera, ma solo in parte. La vera citazione è sì il furto elegante di chi sa cogliere l’altrui idea, e farla propria, ma anche del ladro che lascia la propria firma, come faceva Arsenio Lupin. Un ladro che lascia la propria firma, firma – si potrebbe dire – qualcosa di suo, una sua Opera. Citazione, dunque, diventa sinonimo di qualcosa che non è più l’originale, ma qualcosa di diverso, grazie all’intervento di chi cita. Sempre che la citazione sia ben eseguita. Sempre che il ladro sia un professionista.
In ambito di “ruberie” artistiche, chi può non considerare Quentin Tarantino, il regista cinematografico, come uno fra i più abili “ladri” citazionisti? Ma Tarantino firma i suoi “furti”, e a ragion veduta, essendo la sua arte del tutto autonoma rispetto alle fonti citate.
E così veniamo a “Taccuino di un animalista”, che ci fa rivedere, con spirito citazionista, il secolo appena passato, attraverso una rivisitazione di alcuni quadri famosi, sostituendo i soggetti umani con soggetti animali, o attinenti al regno e alle abitudini animali.
Non sfugge all’attenzione di chi scrive una – forse – delle più belle citazioni del libro, “Gotico Corvide” ispirato al celebre dipinto “American Ghotic” (1930) del pittore statunitense Grant Wood. Ma vi sono citazioni anche da Edward Hopper,
coi suoi interni di bar che, nel loro sia pur marcato realismo, a chi scrive sono sempre sembrati degli acquari, con le persone, immobili, al loro interno, sospese come pesci, proprio come nella citazione “Acquatici” :“La si sarebbe detta un’inquadratura fissa. La notte era immobile. (…)” (Edwar Hopper, “Nighthawks”, 1942). E poi Magritte, Matisse, Turner, Munch, un po’ celebrati, un po’ irrisi, un po’ citati.
Le accuse di plagio partono per lo più da gente sterile e invidiosa che deve miserabilmente sgraffignare agli altri ciò che a loro stessi è negato. Perché il genio non dovrebbe servirsi di qualche trovata altrui? Sapendoci giocare, riesce molte volte a darle significato, forma e vita. (Carl Seelig – Passeggiate con Robert Walser – Adelphi, 1981).
TACCUINO DI UN ANIMALISTA
Antón Fortes tra imitazione plagio citazione
illustrazioni: Maurizio A. C. Quarello
Logos, 2009
©, 2009
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