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Mito tra i più inossidabili della buona vecchia West Coast, il surf ha dato sempre spunti ragguardevoli a scrittori, fotografi, registi, a uomini e donne che inseguono sulla cresta dell’onda (anche metaforicamente parlando) quel mercoledì da leoniche tutti sogniamo prima o poi di vivere. Tra le pagine di questo splendido libro fotografico, possiamo trovare – e ritrovare – quei sapori e colori che hanno reso grande e sognante la California, belle donne e ragazzi muscolosi in spiagge assolate lambite dalle possenti onde dell’Oceano Pacifico. Non vi è ritratta solo la cosiddetta oleografia del mondo surfistico; Grannis sa indagare con acume psicologico anche le scene e i volti, le fisionomie dei bei californiani, con un obiettivo che coglie – discretamente – quella profonda, e a tratti celata da espressioni “ginniche” – voglia di vivere e fragilità di fronte al mistero del Mare. La lotta del surfista è con un elemento che lo potrebbe travolgere, anche stritolare. Ma qui vediamo esperti atleti che cavalcano le altissime onde dell’Oceano come potenti cavalli di razza, e giocano – seppur con la morte – a viso sempre lieto, sorridente, quasi a voler ancora una volta sottolineare quanto ottimistico sia per loro l’American Dream. Non c’è ombra di malinconia in questi scatti, eppure, a uno sguardo attento, non sfugge – come non è sfuggito a Grannis – quella sottile piega amara che a volte caratterizza il sorriso del buon Americano. Dunque, tanta avventura e allegria, spensieratezza tra le onde, ma anche un senso di profonda, sotterranea ricerca di senso alla vita che sfugge, che sfugge tra le onde e il vento.
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