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ATTRAZIONE FATALE Adrian Lyne noir violento New York gotica
… MASCHICIDIO …
Sono passati ventun anni dall’uscita di “Attrazione fatale”, ma anche rivederlo in formato home video dopo tutto questo tempo non gli fa perdere di mordente e di attualità. Lo sfondo cittadino offerto da New York ben si addice al clima gotico del film, soprattutto durante le prime scene violente di sesso in un ascensore diroccato, che sale lentamente verso un altissimo ignoto. L’ignoto che, potremmo dire, si apre in ogni relazione, e soprattutto in quelle occasionali, se non si ha la fortuna di incontrarsi con partner sani di mente. Il clima legale della trama, (Michael Douglas interpreta un avvocato in carriera) mi invoglia a dare una interpretazione giuridica dell’accaduto: se la donna fatale di una notte – Glenn Close – perseguiterà sino alle estreme conseguenze il suo amante, divenendo sempre più appiccicosa e invadente, infine socialmente pericolosa per la famiglia di quest’ultimo, è perché non tiene fede a un “contratto” che i due stipulano all’inizio della loro storia, poco prima di finire a letto insieme; infatti, entrambi si dicono di essere persone adulte e discrete.
Tutt’altro che adulta e discreta si rivela lei. Aiutato dal Mereghetti (Dizionario dei film) faccio l’ipotesi che lei (Close) fosse realmente in buona fede quando affermò di essere adulta e discreta, ma che le sia sfuggita di mano la situazione rimanendo incinta dell’avvocato, che rifiutando lei e il figlio, scatenerà su di sé l’odio vendicativo della donna. La sceneggiatura delinea un personaggio femminile abitato da angosce abbandoniche, e da isterismi ricattatori, un quadro clinico di “donna pericolosa” che ogni uomo teme. L’avvocato è invece il ritratto del sedotto-e-ricattato forse un po’ ingenuo, appositamente ingenuo per ricoprire la parte del maschio – agli occhi degli sceneggiatori – comunque nel giusto di fronte alla voracità orale del mondo femminile.
ATTRAZIONE FATALE
Con: Glenn Close, Michael Douglas, Anne Archer, Ellen Hamilton Latzen, Anna Thomson
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