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Vorrei esporre una documentazione più che altro descrittiva del progetto per la realizzazione, presso Villa Mirabellino al Parco di Monza, della sezione botanica – con civica xiloteca “Raffaele Cornio” – del Museo di Storia Naturale di Milano.
Il Museo di Storia naturale di Milano è molto vasto: sono 23 le sale, 12 nella “sezione superiore visite”, dedicate ad una documentazione sugli ambienti naturali di flora e di fauna non solo italiani, ma mondiali. Quindi, il vastissimo impegno degli operatori, che inizia negli anni ’70, sull’educazione ambientale, si fonda su una documentazione scientifica e didattica relativa alla conservazione della natura. Tutti gli ideorami sono ambientati con estremo rigore in parchi e riserve naturali e, adesso, si sta iniziando l’ultima fase, estremamente impegnativa, sulle foreste tropicali.
Purtroppo, tra tutte le sezioni scientifiche manca, nella parte ostensiva, lo spazio per la botanica, che è presente con una sua distinta sezione e civica xiloteca forum, come collezioni vastissime, cioè erbari, collezioni xilotecniche, grandissime sezioni di alberi e materiali di interesse storico. Purtroppo il tutto non è agibile al pubblico, mancando uno spazio espositivo; per questi materiali di massimo ingombro esiste un magazzino presso un capannone del “Museo della Scienza e della Tecnica”; ci si ripropone sempre di eliminare questa collocazione ma, fino ad ora, è rimasta l’unica sistemazione per questi materiali, anche perché la sede storica del museo è priva di uno spazio apposito.
Il complesso dei diorami sia di fauna italiana (3 sale), sia esotica, ha offerto – indirettamente – la possibilità di creare un’esposizione botanica, in quanto – nelle 3 sale italiane per esempio – sono documentate, nelle accurate ricostruzioni, molte specie della dendroflora italiana, più un certo numero della flora erbacea ed arbustiva.
Fortunatamente, da svariati anni, il Museo di Storia naturale ha avuto l’offerta, nata dalla sovrintendenza ai beni architettonici ambientali, di poter usufruire della Villa Mirabellino. La Villa, per unanime destinazione da parte sinergica della Sovrintendenza, della Regione, con l’attivissima partecipazione dei Comuni di Monza e Milano, dovrebbe diventare sede di questo museo. Da notare come il parco sia cogestito dai Comuni di Monza e Milano.
Questo museo avrebbe lo scopo di creare sia una parte espositiva prioritaria, grazie agli spazi adeguati, sia una raccolta di tutte le collezioni scientifiche molto prestigiose; non si tratta solo di collezioni recenti, ma anche di pezzi di grande interesse storico per il territorio: per quanto riguarda il parco e la Villa Reale, esiste un complesso globale di residui superstiti, materiali delle collezioni botaniche dell’arciduca Ranieri, tutte testimonianze di grande valore. Si pensi ai famosi Libretti di Monza: campioni di specie arboree ed arbustive strutturati in una maniera di gusto nordico, come una teca che si apre con una cerniera in un insieme, fatto come un libro, dove ci sono la corteccia, i fiori, i semi, il polline, in alcuni casi il carbone (carbone del legno specifico), una pergamena con l’elenco di tutta la campionatura della specie, la provenienza. Si tratta, soprattutto, di una testimonianza storica di specie che erano tutte tenute nel giardino della Villa Reale. L’interesse storico locale è dato, anche, da una prestigiosa biblioteca con opere di grande valore.
Chi ha potuto visitare la mostra organizzata dal Museo di Storia naturale per il restauro della biblioteca reale, ha potuto vedere una buona campionatura di libri della sezione botanica del museo, e buona parte dei libretti di Monza. Queste collezioni sono molto ricche e diversificate, di grande interesse scientifico: per esempio, è compresa una sezione di sequoia di 3.30 metri circa di diametro, e molte altre sezioni di alberi. Logicamente vi è modo e maniera di strutturare un’esposizione, ovviamente con criteri molto moderni, didattici, di grande apertura alla tecnica di trasmissione, di mediazione didattica e culturale, che troverebbe nel Mirabellino, in 4 sale principali, un’ostensiva di grande pregio.
Da una planimetria della villa Mirabellino, con l’articolazione delle sale, si evince un corpo centrale, 2 ali, una a Nord e una a Sud; sul piano terra, dove sono le grandi sale, troverebbero posto le grandi sezioni, con una parte di dendrologia, una di anatomia e fisiologia dell’albero, una di biologia vegetale, una di flogistica e una di patologia del legno, tipica della xiloteca Cornio. Tutto questo sarebbe corredato da supporti multimediali, e da una biblioteca specializzata aperta al pubblico; nella cascina Milano, che è un edificio molto recente situato a Nord, nella parte bassa del parco, si farebbero un auditorium polifunzionale e laboratori didattici con una laboratoristica sperimentale (laboratori di sperimentazione sulla botanica con stereoscopi e sistemi multimediali) e un auditorium per le conferenze.
Sussiste invece una parte di laboratori strettamente scientifici e di ricerca: il tutto proiettato sul parco. A parte esiste un piccolo orto botanico (compatibilmente con i piani di recupero architettonico dei giardini).
L’intenzione consiste nel creare un museo che si estrofletta dalle proprie mura; questa struttura dovrebbe essere enfatizzata principalmente sull’argomento “albero”.
Si vorrebbe creare, da questo museo, un centro di educazione ambientale di prim’ordine, per vivificare, con la propria presenza e il proprio lavoro, una serie di itinerari didattici nel parco. Questo significa attuare un’opera di riqualificazione culturale, per approfondire una diretta esperienza dal vivo, musealizzato, della natura del territorio.
Il piccolo orto botanico potrebbe essere, ed è nelle intenzioni, una riproposizione, un recupero di coltivazioni della biodiversità della flora del parco, in prospettiva storica, comprese anche per esempio cultiver di specie coltivate e, in ogni caso, con un carattere di valorizzazione storica del territorio. A questo punto, naturalmente, ci si chiede a che punto sia il tutto: in fase di avanzato progetto; i lavori, da parte della Sovrintendenza e del Comune di Monza, al quale subentrerà quello di Milano, sono già ampiamente iniziati.
Occorre molta attenzione per questo progetto, perché è di grande valenza sul piano educativo, ambientale e culturale, sul piano di un potenziamento del valore del parco; si deve creare una sinergia parco-museo, museo-parco, affinché – in un tessuto vitale – si possa avere una reale integrazione reciproca di funzione, a favore di una ricerca scientifica.
Adesso, ci si potrebbe chiedere quanto personale sia necessario: in pianta stabile, sarà limitato all’essenziale; c’è, però, un’apertura potenziale con associazioni, cooperative, espressioni di volontariato, ecc.. Come museo si possiede la sezione didattica gestita da un’associazione, che funziona molto bene, e che potrebbe essere anche una parte non piccola della struttura.
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