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Uomini padri mariti compagni amici, cinque sostantivi declinati al maschile in un mondo che della lingua se ne infischia, perché il maschile, o meglio, il ruolo che esso presuppone, sembra essere andato perduto – non solo nel linguaggio del politicamente corretto, ma nella millenaria e concreta dinamica delle cose umane. Dove sono gli uomini? O meglio, dove si nascondono? Molte donne lamentano la completa assenza del maschile dal panorama interpersonale. Le stesse madri di famiglia, additano i loro mariti di essere dei padri assenti e poco autorevoli. Ma non c’è da stupirsi di questo, ormai da una ventina d’anni, in Occidente, si sta facendo una guerra a suon di politicamente corretto a tutte le vecchie istituzioni, a partire dalla Famiglia per arrivare alla Scuola. Da quando nella Pubblica Istruzione si è introdotto il discorso dei crediti formativi, si è abdicato al vecchio, istituzionale ruolo normativo dell’Insegnante (lo metto con la I maiuscola!) quale Leader e Maestro (altra maiuscola), a cui non era possibile – prima -appellarsi amichevolmente trattando la propria posizione: quello che il Professore diceva, era inappellabile, e questo favoriva la crescita – anche attraverso il sapiente uso del bastone e della carota, ovvero, dei rinforzi sia positivi che negativi – dell’alunno, con il conseguente sviluppo, in lui, della capacità di accettare le frustrazioni. Siamo quindi di fronte a un sistema (famigliare e scolastico) che mal tollera le frustrazioni e che, non volendole infliggere, forse non le vuole ricevere, siamo di fronte a dei Padri (altra maiuscola) che, temendo la propria frustrazione, non sono più in grado di fare da guida ai figli, a Insegnanti, Mariti e Uomini che, avendo rinunciato al proprio vecchio ruolo, forse stanno inseguendo la fuga nella deresponsabilizzazione, nel mito dell’eterna giovinezza. Infatti, altro tema caro alle Donne deluse, è l’immaturità dilagante fra i maschi, la continua ricerca del divertimento e del disimpegno, anche nel rapporto di coppia, quell’incapacità di donarsi all’altro (all’altra) quale segno della morte della propria parte narcisistica e onnipotente. Morire al proprio IO e ri-nascere nella Relazione è un processo doloroso, forse troppo doloroso e arduo, in un mondo contemporaneo che non accetta più le sfide dell’etica, il dolore della separazione, la fatica quotidiana di costruire relazioni a lungo termine.
IL MASCHILE CONTEMPORANEO è stato svuotato da ogni valore e concetto tradizionale, a favore di un’immagine di Uomo ormai priva di forza, di coraggio, di determinazione, elementi che ormai caratterizzano le Donne, irrimediabilmente mascolinizzate forse per colpa dei maschi stessi che hanno lasciato vacante il loro posto, e sono diventate le vere artefici del fare concreto, polo trainante dell’economia e della politica, se non della stessa vita pubblica. Donne sempre più orgogliose e consapevoli, ma anche sempre più sole, DONNE IN UN MONDO SENZA PIU’ UOMINI.
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