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Il concetto di “viaggio” (sin dal titolo) percorre ogni pagina di questo libro, dedicato a chi voglia immergersi nella conoscenza del femminile, un libro che l’Autrice dedica espressamente alle donne che abbiano perso il legame con i cicli lunari, con l’identità di sé ctonia e vicina alle ninfe, al culto delle sorgenti primigenie. Culti pre patriarcali, la cui perdita ha generato nella donna una ferita, lo smarrimento di quel tempo femminile che era Kairós, l’eterno presente del creare e del generare, in favore di Chronos, il tempo lineare dell’uomo patriarcale. Una ferita che ha allontanato, quasi con vergogna, la donna dalla sua ancestralità e saggezza infuse nel suo corpo, che muore e si rigenera ogni mese col ciclo, da quella Dea Grande Madre che è poi la madre di tutti noi. Ma io direi che una tale lettura sia più, molto più adatta agli uomini, a coloro che non sempre sanno di avere in sé una parte femminile e che, rinnegata e maltrattata, finisce per ripercuotersi in brutti, poco armoniosi, a volte violenti rapporti con l’altro sesso.
Parlavamo di viaggio: nel rapporto con gli altri, Noi compiamo un viaggio, un viaggio di andata e uno di ritorno. Il primo, appartiene al femminile, e “risiede nella capacità di immergersi con totalità negli antri più reconditi Nostri e dell’altro attivando l’abilità di vibrare all’unisono e di percepire ciò che non è materiale”(…)(Pag. 19); quello che, più spesso, donne molto ferite, insicure, eccessivamente oblative, non sanno fare, è il viaggio di ritorno, e il viaggio di ritorno appartiene a una buona integrazione del maschile nel femminile, a una sana dose di concretezza che le faccia tornare entro i propri confini, perché non si perdano. Questo libro, ben lungi dall’essere un manuale, si presta a dare alle donne gli strumenti per una maggiore sicurezza della loro identità, e a fronteggiare atteggiamenti talora autodistruttivi o autoannullanti. Non è un libro femminista, è un libro sulla donna, nella sua interezza di anima e corpo, sulla donna che non rinuncia alle sue differenze rispetto al mondo maschile, anzi, le sottolinea e le rimarca, nell’anelito di un incontro che sia intenso, fra due diversità. Due diversità, però, integrate tra di loro, che necessitano reciproco riconoscimento e rispetto.
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