“Abitavo ai quartieri spagnoli, all’epoca lì non c’era la droga, ma il contrabbando di sigarette. E i venditori abusivi per strada mi prendevano in giro. Mi chiamavano ricchione. Però poi mi sono sposato con Carmen Russo, una delle donne più desiderate d’Italia.
Sono diplomato, oltre che in storia della danza, anche in storia della musica. Mio fratello suonava la batteria, mio zio era tenore. In famiglia era normale fare l’artista. Quando mia madre ha iscritto me e mia sorella al San Carlo, nel dopoguerra, erano anni in cui la sera si diceva buonanotte e si andava a letto digiuni. La mia era una famiglia un po’ disastrata, perché nel 1945 due mie sorelle erano morte, una a 18 mesi e l’altra a 11 anni, a causa di un carro armato che a Napoli è andato fuori strada e le ha investite. Poi siamo nati io e mia sorella. Mia madre ci ha iscritto al San Carlo perché era gratis. Io, su un corso di 33 ragazzi, mi sono diplomato da solo. In 200 anni il San Carlo ha diplomato solo 100 persone. Tra cui me”.