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Peter Boardman (25 December 1950 – 17 May 1982) was a British mountaineer and author. He is best known for a series of bold and lightweight expeditions to the Himalayas, often in partnership with Joe Tasker, and for his contribution to mountain literature. Boardman and Tasker died on the North East Ridge of Mount Everest in 1982. The Boardman Tasker Prize for Mountain Literature was established in their memory. (Wikipedia)
Libro bellissimo, che narra – lungi dall’essere una mera cronaca – le vicende di due alpinisti inglesi che, nel 1976, affrontarono in stile alpino, senza portatori e con approvvigionamenti ridotti allo stretto necessario, la parete Ovest del Changa-Bang, torrione granitico della zona himalayana del Garhwal. La vetta, posta a 6931 metri sul livello del mare, ha reso necessaria una scalata – da parte dei due inglesi – estremamente difficile, e per la quota, affrontata senza bombole, e per le difficoltà
sempre elevate su una lastra di granito pressoché verticale, e a volte strapiombante. Le note del diario di Peter Boardman, finite poi nel bellissimo libro, riportano accuratamente – oltre alle fasi della scalata – le più impercettibili sfumature psicologiche sue, e del suo compagno. La parete veniva attrezzata con corde fisse. I due inglesi, per risparmiare sul costo dell’attrezzatura, si erano muniti di molti metri di corde nautiche che, come sappiamo, sanno tenere carichi statici, ma non hanno forza dinamica. Eccezionale il passo in cui Boardman confessa nel diario di essere volato per alcuni metri sulla corda nautica, che fortunatamente non si è spezzata, e che, per non preoccupare Joe Tasker – ignaro dell’evento – non glielo disse. Salita eroica, passata ingiustamente in secondo piano nelle cronache alpinistiche, forse perché era l’era degli 8000, e una cima di 6000 metri non attraeva l’interesse della critica. Ma quella di Boardman e Tasker resta un’impresa fantastica, un sogno di granito, una magnifica poesia per sempre scolpita sotto i cieli himalayani. Il libro, inoltre, è corredato di una galleria di fotografie eccezionali, scattate in parete, che danno subito l’idea del vuoto e del pericolo in cui i due inglesi si sono trovati a operare.
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