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Inizia a sciare fin da piccolo quando a sei anni gli vengono regalati i primi sci. Finita la scuola dell'obbligo, lavora prima come guidatore di camion e poi nel 1961, a 25 anni, ottiene il brevetto di istruttore di sci. Tra il 1962 e il 1963 pratica il lavoro di istruttore all'estero: ad Aspen in Colorado, in Nuova Zelanda e in Scozia. (Wikipedia)

Lo sci estremo di Sylvain Saudan sciatore dell’impossibile

Lo sci estremo di Sylvain Saudan sciatore dell’impossibile
Con la traduzione dell’intramontabile Cosimo Zappelli, Paul Dreyfus ci offre un mirabile ritratto dell’alpinista e sciatore Sylvain Saudan, nato a Losanna nel 1936, ma da sempre residente in un povero villaggio del Vallese.
L’infanzia di Sylvain è descritta con pagine di vita molto evocative, e precise. La vita coi famigliari, di umili condizioni, ritrae una biografia dai toni molto sofferti, anche se vissuta nel profondo contatto con la montagna e la natura.
Malgrado Sylvain all’età di 22 anni facesse il camionista, prevedeva che certamente avrebbe indirizzato il suo cammino verso la montagna. La sua prima impresa alpinistica fu quella del Mont Dolent, 3823 metri, ma il suo nome sarebbe per sempre rimasto legato al massiccio del Monte Bianco.
Mont Dolent
Sylvain ha da sempre unito in sé le qualità dell’alpinista a quelle dello sciatore provetto, avendo a modello Charles Bozon, morto il 7 luglio 1964 nella catastrofe dell’Aiguille Verte, una morte di cui Sylvain non avrebbe mai saputo consolarsi.
“Una sera – cita Dreyfus – venne definito un fanatico della montagna. A questa osservazione egli rispose: «No. Non sono un fanatico. Non vivo per la montagna. Non potrei vivere senza di lei. Io vivo con lei»”.
Paul Dreyfus
Lo sci estremo di Sylvain Saudan sciatore dell’impossibile
“Sylvain Saudan sciatore dell’impossibile”
Tamari, 1974
 ©, 2004
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