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La bellezza è un fluido che percorre la vita. Quando viene meno, come una pianta priva di linfa, la vita si spegne. La bellezza è un raggio di luce. E’ energia. Attraversa la materia e la rende viva con lo spirito. La bellezza ci eleva al divino. Ci distanzia dalla pesantezza corporea. La bellezza non appartiene al regno materiale. E’ una formula spirituale, una algebrica formula del divino. Pochi eletti la sanno individuare allo stato puro, e quei pochi rischiano la follia, rischiano di essere abbagliati da tanta luce.
Andrea Di Cesare
Edvard Munch – Golgotha (1900)

©, 2017

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Entrò in attività dal 1945, quando rimasto orfano a 17 anni d'età iniziò a condurre la distilleria fondata dal padre Serafino nel 1925. Conservò nel tempo il medesimo impianto di distillazione artigianale, con un alambicco discontinuo a fuoco diretto, che consente la distillazione solo di piccole quantità di prodotto. Il ciclo di lavorazione prevedeva l'impiego come combustibile delle vinacce esauste delle annate precedenti e l'utilizzo delle ceneri residue come fertilizzanti per i vigneti. Le etichette delle bottiglie venivano disegnate a mano dallo stesso Romano, e riportavano sovente accenni poetici o particolari dediche; celebre il suo soggetto della donna selvatica. (Wikipedia)

ROMANO LEVI la grappa la pittura il territorio piemontese

ROMANO LEVI la grappa la pittura il territorio piemontese Le Langhe… quanta aspra malinconia in quella terra adagiata su colline che corrono, come proscenio, verso le Alpi, con il Monviso…

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Roberto Floreani la pittura come arte marziale e meditazione

Roberto Floreani la pittura come arte marziale e meditazione Si è conclusa a Milano la mostra “81 ottantuno” di Roberto Floreani  presso l’Associazione “Contemporaneamente” di Milano (v.le Pasubio, 14). Esperto…

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Guido Paolo Pajetta nasce a Monza nel 1898. Il padre, originario di Vittorio Veneto, è farmacista, ma proviene da una famiglia di artisti: il nonno Paolo e gli zii Pietro e Mariano sono stati pittori, importanti esponenti della pittura naturalistica veneta. Inizia a frequentare all'Accademia di Brera nel 1914, ma nel 1917 parte volontario fra gli Arditi. Deve però essere ricoverato in un ospedale a causa di una malattia polmonare. Alla fine della guerra, nel 1919 riprende a frequentare all'Accademia di Brera i corsi di Ambrogio Alciati. Fra i suoi compagni sono Soldati e Ghiringhelli, che aderiranno al primo astrattismo italiano ed i futuri chiaristi Del Bon, Lilloni, De Amicis. Nel 1928 è la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia, dove conosce Fontana e Massimo Cassani, quest'ultimo gli darà il sostegno principale nella sua milanese Galleria del Lauro. Il giovane Pajetta è dapprima influenzato da Sironi e dal clima di Novecento; segue una fase surreale verso la metà degli anni '30 e poi anche l'interesse per i Fauves francesi. La fine degli anni '30 lo vede vicino ai chiaristi, anche se con caratteri suoi personali. Nel 1930 e 1932 partecipa ancora alla Biennale veneziana. Nel 1931 partecipa alla I Quadriennale nazionale d'arte di Roma. (Wikipedia)

Le nature morte nella pittura di Guido Pajetta

Le nature morte nella pittura di Guido Pajetta alla Pinacoteca Ambrosiana (Milano)   La Pinacoteca Ambrosiana si apre all’arte del ‘900 con una piccola mostra ricca di significato dedicata a…

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