Letteratura del 1800

Conan Doyle Il racconto dell’americano

Conan Doyle Il racconto dell’americano Nel racconto di Conan Doyle, in un’Arizona mitica archetipica e ancestrale, viveva un inglese scappato dalla madrepatria essendo un Cartista. Il Cartismo fu un movimento politico-sociale, britannico, prevalentemente…

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Scopri di più sull'articolo UN APPELLO A TUTTI VOI La cultura è un bene prezioso
Samuel van Hoogstraten Feigned letter Rack with Self-Portrait and an English Almanac c. 1663 44.7 x 60.7 cm Oil on canvas Private collection

UN APPELLO A TUTTI VOI La cultura è un bene prezioso

UN APPELLO A TUTTI VOI La cultura è un bene prezioso "La cultura è un bene prezioso: preserviamolo dall'imbarbarimento e dalla mercificazione. il semplice atto del leggere non può che…

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Scopri di più sull'articolo Thomas De Quincey Confessioni di un mangiatore d’oppio
(...) l'oppio divorava le entrate del giovane e ne minava la salute; i debiti si accumulavano incessantemente. De Quincey meditò di tornare con la propria famiglia a Manchester, ma, improvvisamente, l'uscita de Le Confessioni di un mangiatore d'oppio, affascinante narrazione autobiografica apparsa prima a puntate sul London Magazine (1821), poi in volume (1822), gli assicurò fama e danaro. De Quincey non riuscì più a ripetere il grande successo di pubblico ottenuto con le Confessions. Il romanzo Klosterheim (1832), pur non passando inosservato, fu venduto in poche migliaia di esemplari. Più diffusione ebbero invece gli oltre duecento articoli, dissertazioni e saggi usciti a puntate in vari quotidiani e riviste letterarie fra cui il già citato London magazine, il Blackwood magazine e il Tait's magazine. Le pubblicazioni vertono sui più disparati argomenti: dalla critica letteraria (On the Knocking at the gate in Macbeth 1823, Bussano alla porta di Macbeth) all'economia (The logic of political economy, 1844) dall'umorismo macabro (Murder considered as one of the fine arts, ovvero L'Assassinio come una delle belle arti del 1827) alle fantasticherie oniriche (Suspiria de Profundis, 1845) dalle indiscrezioni biografiche (Reminiscences of the english lake poets, 1834 in cui descrive, condendola con numerose aneddoti e qualche pettegolezzo, la vita e l'opera di alcuni scrittori suoi contemporanei) all'attualità politica e di costume (The english mail coach 1849, Il Postale inglese) e alle note autobiografiche. (Wikipedia)

Thomas De Quincey Confessioni di un mangiatore d’oppio

Thomas De Quincey Confessioni di un mangiatore d’oppio Nato nel 1785, Thomas De Quincey sarebbe stato  destinato ad ispirare Autori come Baudelaire,  De Musset, Nerval, Gogol e il musicista Berlioz…

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Il suo esordio letterario avvenne con il saggio Giosuè Carducci e Mario Rapisardi. Polemica, pubblicato a Catania dall'editore Giannotta nel 1881. Fu presto conosciuto negli ambienti intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, critico e giornalista sulle pagine di due settimanali che uscivano a Catania e a Roma: il Don Chisciotte e il Fanfulla della domenica. Del primo fu anche direttore dal 1881 al 1882; sul secondo scrisse dal 1882 al 1883 sotto lo pseudonimo di Hamlet. Per l'Editore Giannotta fondò la collana di narrativa dei "Semprevivi" ed ebbe modo di conoscere Capuana e Verga con i quali strinse una salda amicizia. Nel 1883 raccolse in un volume dal titolo Arabeschi, tutti i suoi scritti di arte e letteratura e nel 1884 avviò la collaborazione, utilizzando il suo vero nome, con il Fanfulla della domenica, e tale collaborazione durò fino al 1900. Un momento importante per la formazione dello scrittore fu l'incontro, durante un soggiorno in Sicilia, con Paul Bourget (1852-1935), in quei tempi molto noto per i suoi studi psicologici e per i romanzi, nei quali analizzava minuziosamente le coscienze tentando di giungere ad una "anatomia morale". (Wikipedia)

FEDERICO DE ROBERTO

FEDERICO DE ROBERTO recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele Federico De Roberto, di nobile famiglia catanese, è nato a Napoli nel 1861. Tralasciati gli studi scientifici, si…

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Fino al 1903 Di Giacomo aveva goduto di notevole popolarità e pressoché unanimi consensi, ma la sua produzione continuava ad essere segnata dall'etichetta di "poesia dialettale". Uno studio di Benedetto Croce, apparso quell'anno su La Critica, giovò alla reputazione dell'artista presso i critici e cercò di dissolvere un equivoco frequente. Secondo Croce un autore è innanzitutto poeta, e Di Giacomo aveva dimostrato di eccellere scrivendo in versi. Si era impadronito della poesia tout court, per cui la lingua in cui l'aveva espressa era un aspetto secondario. Francesco Gaeta, citando lo scritto crociano, ne enucleava efficacemente le linee essenziali: «Salvatore Di Giacomo è, sic et simpliciter, un poeta. Quanto all'aggettivo "grande", esso traspariva dall'intero contesto dello studio». (Wikipedia)

SALVATORE DI GIACOMO

SALVATORE DI GIACOMO Nato il 12 marzo 1860 a Napoli, Salvatore Di Giacomo fu avviato dai genitori agli studi scientifici, e per un certo periodo frequentò la Facoltà di Medicina.…

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