Voci letterarie dal passato, una rassegna tra 1800 e 2000
CORRADO ALVARO Scrittore e giornalista impegnato, Corrado Alvaro (San Luca in Calabria, 1895 – 1956). Dire le cose sino in fondo, sino a pagarne le conseguenze, era la sua scelta…
Vincenzo Consolo (Sant'Agata di Militello, 18 febbraio 1933 – Milano, 21 gennaio 2012) è stato uno scrittore, giornalista e saggista italiano. È considerato uno tra i maggiori narratori italiani contemporanei. È un autore sui generis perché non scrive veri e propri romanzi, convinto com'è che "non si possono scrivere romanzi perché ingannano il lettore", ma predilige una narrazione orientata verso la poesia. (Wikipedia)
VINCENZO CONSOLO Vincenzo Consolo nasce a S. Agata di Militello il 18 febbraio 1933. Da sempre impegnato in una ricerca della razionalità, che ci possa guidare all’interno del caos, Consolo…
Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo, 23 dicembre 1896 – Roma, 23 luglio 1957) è stato uno scrittore italiano.
Scrittore dalla complessa personalità, è stato autore del celeberrimo romanzo Il Gattopardo. Personaggio molto taciturno e solitario, passò gran parte del suo tempo leggendo moltissimo. Ricordando la propria infanzia scrisse: «ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone». (Wikipedia)
Giuseppe Tomasi di Lampedusa Il Gattopardo (nuova edizione) Feltrinelli recensione apparsa sul quattordicinale Benevento diretto da Achille Biele Curata dal nipote dell’Autore, Gioacchino Lanza Tomasi, è uscita la nuova edizione…
Professore di Lingua e letteratura francese presso l'Università Ca' Foscari Venezia, ha scritto per Convivium, Letteratura e Studi francesi e collaborò, a lungo e fruttuosamente, con l'UTET di Torino. Profondo studioso dell'opera di Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire, ha dedicato buona parte delle sue pubblicazioni a questi due autori; ha inoltre curato l'edizione completa delle opere di Sade in italiano. Muore a Venezia il 29 aprile 2007. (Wikipedia)
GIANNI NICOLETTI L’UOMO LA VITA E DIO Nel leggere un libro storico - scritto con l’impeto di quegli Anni’50 che furono toccati dal disfacente spirito dell’Esistenzialismo, ma che dell’esistenzialismo ha…
Di umile famiglia, il padre Vincenzo era calzolaio e la madre Francesca Armento una casalinga. Dopo i primi studi, all'età di dodici anni si trasferisce con la famiglia a Sicignano degli Alburni per iscriversi al collegio. In seguito si sposta a Cava de' Tirreni, Matera, Roma, Potenza, Trento e Tivoli, dove porta a compimento il percorso di studi classici. Nel 1942 frequenta la facoltà di giurisprudenza a Roma, non riuscendo però a conseguirne la laurea. Gli viene assegnato un posto di istitutore presso Tivoli ma, conseguentemente alla guerra e alla morte del padre, avvenuta lo stesso anno, decide di tornare nel suo paese natale.
Ben conoscendo il dramma dei contadini meridionali e avendo fatto sue le indicazioni e i consigli del padre, pur continuando gli studi (prima a Napoli, poi a Bari) inizia un'intensa attività sindacale che sfocia nell'iscrizione al Comitato di Liberazione Nazionale, al Partito Socialista Italiano e nella fondazione della sezione tricaricese del suddetto partito. Nel 1946, all'età di ventitré anni, viene eletto sindaco di Tricarico e nello stesso anno incontra per la prima volta Manlio Rossi Doria e Carlo Levi, che Rocco indicherà come suo mentore.
Nel 1950 è accusato di concussione, truffa e associazione a delinquere dai suoi avversari politici e per questo costretto al carcere per 45 giorni circa (nella cella n.7 del vecchio carcere di Matera, oggi a lui intitolata), quando la cospirazione politica che aveva avanzato l'accusa fu chiara e Scotellaro fu assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. A causa di questa vicenda, unita alla delusione scaturita dalla non elezione a livello provinciale, abbandona l'attività politica per dedicarsi maggiormente a quella letteraria, senza trascurare il suo impegno per i diritti del popolo meridionale.
Nello stesso anno accetta la proposta di Manlio Rossi Doria per un incarico all'Osservatorio Agrario di Portici, dove compie ricerche e studi sociologici, oltre ad un'inchiesta sulla cultura e sulle condizioni di vita delle popolazioni del sud per conto della casa editrice Einaudi. Tale inchiesta fu interrotta dalla sua morte improvvisa, il 15 dicembre 1953; stroncato da un infarto, a soli 30 anni. Anni dopo, il regista Luchino Visconti gli renderà omaggio nel film Rocco e i suoi fratelli, essendo il nome del protagonista ispirato a quello del poeta. (Wikipedia)
ROCCO SCOTELLARO Rocco Scotellaro (Tricarico, 1923 – 1953), fu uomo pubblico, ingiustamente incarcerato, e intellettuale di spicco nei suoi Anni. L’esperienza del carcere gli diede spunto per il romanzo “L’uva…
Ancora adolescente a Nocera incontra per la prima volta interlocutori in grado di renderlo consapevole del suo talento: sono il frate francescano Angelo Iovino, che gli trasmetterà la passione per i novellieri trecentisti, lo psichiatra Marco Levi Bianchini, amico di Sigmund Freud, Luigi Grosso, uno scultore anarchico confinato dal regime fascista a Nocera, e Pasquale Lamanna, raffinato uomo di lettere, che insegna al liceo di Castellammare. Al Centro di ricerca per la tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia sono conservati circa quattordici quaderni, che vanno dal 1937 al 1940, più un numero notevole di fogli sparsi, che testimoniano come per Rea scrivere è già diventato un bisogno vitale e persistente.
Nel 1939, a diciassette anni, partecipa a un concorso letterario bandito dalla rivista «Omnibus», diretta da Leo Longanesi, con il racconto È nato: non vince il concorso, ma Longanesi lo elogia e lo invita a continuare a scrivere. Comincia a collaborare al settimanale salernitano «Il Popolo fascista» e a «Noi giovani», il quindicinale del GUF. Durante la guerra conosce Michele Prisco e Annamaria Perilli, che diventerà sua moglie. Nel 1944 si iscrive al PCI e diventa segretario della sezione di Nocera. Inizia a frequentare spesso Napoli e il gruppo di giovani intellettuali che darà vita alla rivista «Sud» e stringe amicizia con Luigi Compagnone, l'eterno “amico-nemico”.
In una di queste incursioni napoletane conoscerà Francesco Flora, amico intimo di Benedetto Croce. Flora sarà il primo a credere veramente in lui come scrittore, e lo aiuterà a pubblicare sulla rivista «Mercurio», diretta da Alba de Céspedes, un racconto La figlia di Casimiro Clarus. Conclusa la guerra, l'attenzione di Rea si sposta su Milano, in cerca di agganci editoriali. Ritrova Luigi Grosso che gli procura l'ospitalità di Giacomo Manzù e la conoscenza di intellettuali come Montale, Quasimodo, Gadda, Rèpaci, Anceschi.
L'incontro determinante sarà quello con Arnoldo Mondadori e suo figlio Alberto; con loro avvia una vivace quanto sofferta corrispondenza, che precede e accompagna le sue pubblicazioni con la grande casa editrice. Dopo l'esperienza milanese torna a Nocera, dove scrive, ma passa anche da un lavoro all'altro, sempre pressato da necessità economiche. Alla fine del 1947 Mondadori pubblica il libro di racconti Spaccanapoli, grande successo di critica, ma non di vendite: Rea continua a scrivere racconti, ma Mondadori aspetta da lui il romanzo. (Wikipedia)
DOMENICO REA Domenico Rea nasce a Nocera-Inferiore nel 1921, e muore a Napoli nel 1994. Scrittore impegnato nel denunciare le ingiustizie, Rea è comunque rimasto estraneo alla militanza di qualsivoglia…
RAFFAELE VIVIANI Raffaele Viviani (Castellammare di Stabia - NA -, 10 gennaio 1888 – Napoli, 22 marzo 1950), fu poeta, commediografo e capocomico napoletano nel più vero senso della parola.…
Giuseppe Bonaviri, nato a Mineo l'11 luglio 1924, è il primo dei cinque figli di don Nanè, sarto, e di donna Giuseppina Casaccio, casalinga.
Frequenta le scuole a Mineo e la sua passione poetica, come afferma lo stesso Bonaviri, viene alimentata dall'atmosfera magica che aleggiava intorno ad una pietra, detta della poesia, che si trovava presso Camuti (altopiano famoso per il suo villaggio preistorico). Intorno alla pietra, fino alla fine del 1850, prima dell'Unità d'Italia, si riunivano numerosi poeti provenienti da ogni parte della Sicilia, per gareggiare scrivendo e recitando versi.
Dopo aver conseguito nel 1949 la laurea in medicina presso l'Università di Catania, svolge il servizio di leva come sottotenente medico a Casale Monferrato. Qui scrive il suo primo romanzo, Il sarto della stradalunga, che è anche quello a cui Bonaviri è più legato. Il romanzo ottiene grande approvazione da parte di Elio Vittorini e viene pubblicato nel 1954 da Einaudi nella nuova collana "I gettoni".
Trasferitosi a Frosinone, lavora come medico cardiologo, cercando di conciliare la sua attività professionale con la scrittura. Diviene assiduo frequentatore della locale galleria d'arte "La Saletta", ove trattiene proficui rapporti culturali con artisti, letterati e giornalisti che la frequentano. Partecipa puntualmente alle mostre d'arte che vi si organizzavano ciclicamente, animandone il vivace dibattito culturale.
Scrive numerosi romanzi nei quali rappresenta il piccolo mondo di Mineo, sempre attento a cogliere la dimensione magica e arcaica della natura: Il fiume di pietra nel 1964, Notti sull'altura nel 1971, L'enorme tempo nel 1976, Novelle saracene nel 1980, L'incominciamento nel 1983, È un rosseggiar di peschi e d'albicocchi nel 1986, Ghigò nel 1990, Il vicolo blu nel 2003. (Wikipedia)
GIUSEPPE BONAVIRI Giuseppe Bonaviri è nato a Mineo (Catania) nel luglio 1924, primo di cinque figli. Si è laureato in Medicina a Catania nel 1949 (“L’enorme tempo” è un diario…
Risale al 1861 la leggenda drammatica in tre canti Garibaldi pubblicata a Catania dall'editore Galatola. Nel 1864 si stabilisce a Firenze per tentare "l'avventura letteraria", e vi rimarrà fino al 1868. A Firenze frequenta gli scrittori più noti dell'epoca, tra i quali Aleardo Aleardi, C. Capponi, C. Levi e nel 1865 pubblica i suoi primi saggi critici sulla "Rivista italica", diventando nel 1866 critico teatrale del quotidiano "La Nazione". Nel 1867 pubblica sul quotidiano fiorentino la sua prima novella dal titolo Il dottor Cymbalus che prende a modello il racconto di Dumas figlio La boîte d'argent. Tra le opere narrative migliori di Capuana sono da annoverare le novelle ispirate alla vita siciliana, ai personaggi e ai fatti grotteschi e tragici della propria provincia, come nel realismo bozzettistico di alcuni racconti della raccolta "Le paesane" e in altre che non presentano situazioni drammatiche, ma sono divertenti e cercano sempre di mettere in evidenza il lato comico anche se il caso si fa serio. Nelle novelle numerosi sono i ritratti dei canonici, dei prevosti, dei frati cercatori con la passione della caccia, del gioco e della buona tavola, tipici di tanti personaggi della narrativa del secondo Ottocento. (Wikipedia)
LUIGI CAPUANA Luigi Capuana nacque a Mineo (Sicilia) nel 1839. Studiò Legge, prima di trasferirsi a Firenze e in seguito a Milano, città nelle quali incontrò i maggiori scrittori del…
Ignazio Silone, (Pescina, 1º maggio 1900 – Ginevra, 22 agosto 1978), è stato uno scrittore, giornalista, politico, saggista e drammaturgo italiano. Può annoverarsi tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo. Il suo romanzo più celebre, Fontamara, emblematico per la denuncia di oppressione e ingiustizia sociale della condizione di povertà, è stato tradotto in innumerevoli lingue. Tra il 1946 e il 1963 ha ricevuto ben dieci candidature al Premio Nobel per la letteratura.
Per molti anni esule antifascista all'estero, ha partecipato attivamente e in varie fasi alla vita politica italiana, animando la vita culturale del paese nel dopoguerra; come scrittore è stato spesso osteggiato dalla critica italiana e solo tardivamente riabilitato, mentre all'estero è stato sempre particolarmente apprezzato. (Wikipedia)
IGNAZIO SILONE Ignazio Silone nacque a Pescina, in provincia dell’Aquila, il 1° maggio 1900, da padre contadino e madre tessitrice. Frequentò il ginnasio nel seminario della diocesi dell’Aquila. A 15…